Eccomi
qui di nuovo, nella città dove sono nato, nella città che un po’ amo e che un
po’ odio. Sono arrivato giovedì scorso, ho dormito un paio di notti a casa di
mia madre (dove non sono esattamente il benvenuto, non so perché (invece lo so,
lo so…), ho recuperato moto e camper e da oggi sono tornato ufficialmente un
fulltimer sentendomi di nuovo “a casa”.
Il
Wanderer è in effetti l’unico luogo dove mi sento a casa, e Bergamo è una città
dove torno volentieri (per gli affetti e gli amici ma anche per qualche “radice” che, vi sembrerà
strano, ho anche io), dove mi piace restare per un po’ e da dove riparto sempre
molto volentieri per stare un po’ in giro per il mondo. Speriamo di poterlo
fare ancora, e presto.
Molti
mi chiedono perché sono ritornato dall’Australia prima “del previsto”. Un “previsto”
in effetti non c’era, ma avevo un visto di tre mesi, che peraltro pensavo di
rinnovare per almeno altri tre mesi, e invece sono tornato in Italia
esattamente dopo due mesi scarsi. Ecco il motivo. Qualcuno di voi ricorderà che
la mia partenza era legata ad un invito da parte di una vecchia conoscenza dai
tempi di Londra 1993. Lei e il marito erano entrambi gravemente ammalati di
cancro, lui allo stadio terminale, lei in fase di chemioterapia e radioterapia.
L’accordo era quello di aiutarli come possibile in cambio di ospitalità, vitto
e alloggio. Bene, lui, poveraccio, è morto una settimana fa, lei, purtroppo, l’ho
trovata in condizioni mentali abbastanza precarie, diciamo così, e le
organizzazioni di assistenza sociale credo dovranno presto prendersene cura.
Quindi non c’erano ulteriori presupposti per fermarmi ancora. E non entro in
altri particolari in questo spazio.
Pur
vivendo la loro tragica situazione sono riuscito ad avere spazio per godermi le
atmosfere australiane che amo di più, quelle legate allo spazio, alla natura,
al clima, agli animali, all’oceano, alle città che sia pure immense offrono una
forma di vivibilità a noi quasi sconosciuta.
Sono
stato per la maggior parte del tempo ad Hervey Bay e dintorni, nel Queensland,
ma ho passato anche 11 giorni a Sydney, alcuni giorni a Brisbane e qualche ora
a Melbourne. Credo che alcuni di voi abbiano potuto apprezzare le foto che via
via ho inserito in questo spazio e soprattutto in Facebook.
E
questo viaggio è stato un mezzo miracolo, viste le mie alquanto precarie
condizioni economiche: con l’aiuto di un amico italiano e con l’ospitalità
degli amici australiani, ho trascorso questi ultimi due mesi nell’atmosfera di
viaggio, di esplorazione e di avventura che ormai ho sempre più bisogno di
respirare. E dal punto di vista umano è stata un’esperienza complessa e
interessante a contatto con persone che avevano la morte vicino. Fa pensare a
cosa è il vivere, a cosa è la vita e a come la vogliamo vivere finché siamo su
questo meraviglioso pianeta.
Il
tempo più passa e più è prezioso, e vi consiglio di non sprecarne nemmeno un
secondo.
Adesso
si torna a combattere per la sopravvivenza “italiana”, pronto a partire per
qualunque angolo d’Europa (e non solo) ove mi venisse offerto un lavoro.
Hervey Bay, la festa per le balene, i colori dell'Australia che mi porto dentro
Altri link dell’autore:
Il canale in You Tube dove trovare tutti i minivideo di
Gentleman Gipsy:
La pittura:
Le foto di“pop art”: curiosità, stranezze e poesia del mondo
come lo vedo io:
I libri pubblicati:
Tempi di merda!
RispondiEliminaTempi di sopravvivenza, per molti. Tieni duro!
Di sperare però non te lo scrivo ;)
Gio il Temerario
Grazie Gio, tenere duro, combattere e anche sperare, perchè no? :-) Sto combattendo su troppi fronti e trascuro il blog anche perchè non ho molto di interessante da condividere in questo periodo. Ma verrà il giorno! Buona fortuna anche a te
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