Niente di meglio che l’inizio di una vecchia canzone di Francesco Guccini per dare un’idea del viaggio di oggi. Dopo quella di ieri, un’altra tappa di ben oltre 400 chilometri in mezzo ai deserti oscurati da una strana nuvolaglia mista a sabbia del Sahara trasportata in quota dal vento. Il tutto ha spento un po’ i colori ma per fortuna nessun problema di tempeste di sabbia nonostante il vento soffiasse spesso in modo rispettabile.
Soliti frequenti controlli ai posti di blocco e funzionari abbastanza amabili: in pochi casi hanno chiesto gentilmente una bottiglia di birra o super alcolici che noi non consumiamo e non abbiamo nel Wanderer.
La laguna di Dakhla circondata dal paesaggio desertico è senz’altro suggestiva, anche se questa sera non era valorizzata da una luce adeguata. Domani esploreremo la città, già attraversata a bordo del Wanderer, e i dintorni. Fa una certa impressione pensare che siamo poco lontani dal Tropico del Cancro, più o meno alla stessa latitudine di Cuba, dell’India centrale e della Tailandia. A Dakhla la temperatura media di giorno si aggira intorno ai 24/25 gradi e di notte non scende sotto i 19/20 gradi.
Il vento che soffia incessante sulle calme acque della laguna ne fanno un paradiso per i kite-surfers.
Fermi al posto di Polizia all’arrivo a Boujdour sulla strada per Dakhla…
…frequenti i controlli e le registrazioni dei documenti
Un raro dromedario albino?
Deserti con vento, sabbia nel cielo e sole nascosto dalle nuvole
Piatto, piatto, piatto deserto!
In vista della laguna e della penisola a poche decine di chilometri da Dakhla
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