Selfoss è una cittadina molto comoda per
muoversi in varie direzioni nel sud ovest dell’Islanda: per tre sere mi ha
offerto un campeggio utilizzabile in pratica gratuitamente, dove ho preferito
dormire in auto, e comodi wifi gratuiti ovunque, come del resto in tutta l’Islanda.
Da qui ho percorso la strada 35 (che mi ha portato al cratere Kerid dove un
volta la famosa cantante islandese Bjork tenne un concerto proprio nel mezzo,
su una zattera), per giungere fino a Geysir (letteralmente “eruzione”), una
delle attrazioni turistiche più famose dell’Islanda, la sorgente calda
originaria, quella da cui tutti i geyser del mondo hanno preso il nome. Il
grande Geysir è rimasto attivo per circa 800 anni e un tempo emetteva getti d’acqua
alti fino a 80 metri. Peccato che adesso, dal 1916, dia soltanto pochi segni di
vita. Per fortuna proprio accanto c’è un altro geyser, Strokkur, molto
affidabile: è raro che si debba aspettare più di 5/10 minuti per vedere il suo
getto alto da 15 a 30 metri.
Gulfoss, la cascata più famosa d’Islanda
che si trova pochi chilometri più avanti, precipita con uno spettacolare doppio
salto per 32 metri, sollevando una parete perpendicolare di spruzzi mentre
scende in uno stretto burrone. Nelle giornate di sole si ha la fortuna di vedere scintillanti arcobaleni. E’ un’attrattiva
turistica fin dal 1875 ma rischiò di essere distrutta per sempre negli anni ’20,
quando un gruppo di investitori stranieri avanzò la proposta di sbarrare il
fiume per sfruttare l’energia idroelettrica. Il proprietario del terreno si
rifiutò di vendere, ma gli imprenditori agirono a sua insaputa e ottennero il permesso direttamente dal
governo. La figlia si recò a piedi nudi
fino a Reykjavik per protestare, minacciando di gettarsi nella cascata se il
progetto fosse stato messo in atto. Fortunatamente gli investitori non pagarono
la cifra pattuita per la concessione, il contratto venne annullato e la cascata
fu salva. Gulfoss fu donata alla nazione nel 1975 e da allora è una riserva
naturale protetta.
Dalla cascata, costeggiando il lago
Laugarvatn e il lago Pingvallavatn, ho raggiunto il Parco nazionale Þingvellir,
il sito storico più importante di tutta l’Islanda. Nel 930 d.C. i vichinghi vi
fondarono il primo parlamento democratico del mondo, l’Alþingi. Il sito si
trova in un ambiente naturale di bellezza straordinaria, in un’immensa vallata
di fiumi e cascate, creata dall’incontro della placca tettonica nordamericana
con quella euroasiatica.
Più a sud ho imboccato la valle di Þjórsárdalur,
creata dal possente fiume Þjórsá, dove la strada segue il lato occidentale del
fiume e, mentre risale a monte verso l’altopiano interno, conduce ad ampie
pianure tagliate dal vasto letto del fiume, a campi vulcanici e infine ai piedi
di monti che si ergono verso l’interno. E’ una zona relativamente poco
turistica, con resti vichinghi, cascate nascoste e paesaggi fluviali dall’aspetto
preistorico.
Al ritorno ho percorso la strada ad
oriente del fiume, quella che passa sotto il temibile vulcano Hekla (nel Medioevo
si riteneva fosse la porta dell’Inferno) e attraversa suoi campi di lava.
Una stupenda giornata fitta di
paesaggi che cambiano in continuazione.
In serata, sempre con una luce abbondante
nel cielo, una deviazione verso l’ennesima chiesetta con camposanto da
fotografare, mi ha portato nei pressi di una bella fattoria con tanti simpatici
gatti sopra una vecchia auto.
Per la notte Selfoss mi ha accolto
nuovamente e nella mia Kia Picanto ho dormito più che a sufficienza.
Il cratere Kerid
Il grande e dormiente Geysir
Gulfoss
Lago Laugarvatn
Parco nazionale Þingvellir
Valle di Þjórsárdalur
Hjalparfoss
Pjodveldisbaerinn, la ricostruzione
della fattoria di Stong, Pjorsardalur
Strada 26 per il Vulcano Hekla
La fattoria dei gatti
Uno strano visitatore ci fotografa
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Molte più foto sono nel mio spazio in Facebook.
Chi desidera visionarle mi chieda il contatto
specificando il motivo “fotografico”.
Grazie.
Altri link dell’autore:
Il canale in You Tube dove trovare tutti i
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La pittura:
Le foto di“pop art”: curiosità, stranezze e poesia
del mondo come lo vedo io:
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