The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

3 novembre 2019

Presentazione ufficiale: Gentleman Gipsy & The Wanderer World Tour Project

La mente è ormai incontrollabile e l’organizzazione embrionale è scattata con buon anticipo J. Il nuovo Wanderer, un Volkswagen Transporter T6.1 (v. foto su come potrebbe essere, sia nel colore che nell’interno) che farò allestire e camperizzare personalmente, è già in ordine e mi verrà consegnato presumibilmente tra febbraio e marzo 2020.
Tuttavia la partenza per questo nuovo e ambizioso viaggio (che secondo i miei desideri e le mie concrete intenzioni mi riporterà in una buona parte del mondo che ho già esplorato ma anche in molti luoghi nuovi), per ora tutto è ancora da pensare e da organizzare (lasciando però anche molto all’improvvisazione come è giusto che sia), non avverrà credo prima di un anno/un anno e mezzo, tempo che mi servirà per sistemare tutto ciò che deve essere sistemato qui in Italia e per mettere a punto il possibile itinerario. Le variabili personali/lavorative/familiari per ora sono non facilmente prevedibili ma è tempo di mettere concretamente in moto la  gioiosa macchina da guerra che il sottoscritto può essere quando si accinge ad organizzare un viaggio di queste dimensioni J.
Dando un’occhiata al sito della Farnesina (Ministero degli Affari Esteri v. link http://www.viaggiaresicuri.it/), dove è segnalata anche un’ottima applicazione da installare sul telefono, si capisce subito da allerte, segnalazioni, allarmi di varia natura (sanitari, relativi al terrorismo, al banditismo, ai disordini politici e agli eventi naturali) quali e quante siano le situazioni da analizzare, valutare e approfondire prima di organizzare un itinerario. Considerate comunque questo sito con un po’ di necessaria leggerezza, in quanto le loro segnalazioni sono estremamente cautelative e non necessariamente precludono la possibilità di esplorazione in molti Paesi, tenendo però ben presente le aree o le città dove applicare il massimo della prudenza.
Anche guardando gli itinerari internazionali organizzati proposti nel sito della Sea Bridge (https://www.seabridge-tours.de/html/verschiffung.php#oben), una compagnia navale specializzata nella spedizione di camper in mezzo mondo, si può comprendere quali siano le varie aree nei differenti continenti che vengono più comunemente approcciate dai viaggiatori provvisti di un mezzo proprio.
I porti di arrivo e partenza utilizzati da questa organizzazione (sommariamente indicati nella cartina qui sotto presa dal  loro spazio) sono i seguenti: Amburgo (Germania), Anversa (Belgio), Southampton, Liverpool, Tilbury (UK), Baltimora (Usa), Brunswick, Halifax (Canada), Los Angeles, Seattle (Usa), BuenosAires (Argentina), Cartagena (Colombia), Montevideo (Uruguay), Panama, Port Elizabeth (Sudafrica), Walvis Bay (Namibia), Auckland (Nuova Zelanda),  Brisbane, Melbourne, Perth, Sydney (Australia).
Questa dislocazione logistica permette, ad esempio, di partire dal nord Europa, raggiungere il Sudafrica (viaggiare estensivamente negli Stati Africani del sud che sono i più approcciabili per le situazioni socio-politiche), per poi riprendere il mare verso l’Oceania e raggiungere l’Australia e la Nuova Zelanda. In seguito vedrei bene la possibilità di raggiungere dall'Australia via terra, solo con brevi tragitti in mare, il Sud Est Asiatico e il resto del continente asiatico da ripercorrere da est ad ovest secondo varie opzioni di itinerari, lungo l’antica Via della Seta per poi ritornare verso l’Europa. In seguito, salute, energie e denaro permettendo, ci si potrebbe imbarcare verso i continenti americani e ripercorrerli dall’Alaska alla Terra del Fuoco come da me già fatto anni fa ma senza un mezzo proprio.
Come vi sembra l’idea? J
Tutto ovviamente è in fase iniziale ed embrionale, vi voglio rendere comunque partepici, anche se in corso d’opera potrebbero avvenire modifiche e cambiamenti di ogni tipo. Quello che è certo è il mio andare nella direzione di questi chiari e concreti obiettivi di viaggio.
Per concludere direi che i costi relativi alle spedizioni via mare in modalità roll-on/roll-off (salendo e scendendo sulle proprie ruote, senza spedizione in container per intenderci) sembrano alquanto ragionevoli considerate le dimensioni inferiori ed ottimali del mio futuro Wanderer.
Purtroppo solo su alcune tratte è possibile imbarcarsi sulla nave che trasporta il mezzo. In altri casi si raggiunge per via aerea.
Seguitemi, vi terrò aggiornati!



I porti di imbarco e sbarco forniti dalla SeaBridge



Così sarà il nuovo Wanderer!














Particolare del tetto apribile su un mezzo simile



Altri link dell’autore:

Il canale in You Tube dove trovare tutti i minivideo di Gentleman Gipsy:

La pittura:

Le foto di“pop art”: curiosità, stranezze e poesia del mondo come lo vedo io:

I libri pubblicati:

2 commenti:

  1. Ottima scelta, sia il mezzo che il grand tour du monde... se tra Australia e sud America ti capita di passare da Porchia, noi siamo sempre qui... eh eh eh
    Saluti

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  2. Ciao ragazzi! Devo verificare nelle impostazioni perchè non mi arrivano notifiche quando qualcuno inserisce commenti... Adesso guardo in Google Maps dove è Porchia! :-) Un abbraccio!

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