The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

7 settembre 2022

La luce di Varsavia

      La lunga e turbolenta storia di Varsavia si riflette nella sua architettura, che va dalle chiese gotiche e dai palazzi neoclassici fino ai grigi squallidi blocchi di epoca sovietica e ai grattacieli super moderni. Il centro storico è stato restaurato dopo i pesanti danni subiti durante la seconda guerra mondiale. Nel cuore della città si trova la meravigliosa piazza del mercato, con edifici in tinte pastello e caffè con i tavolini all’aperto. Al centro, la statua della Sirenetta considerata il simbolo della città. Varsavia mi ha regalato angoli di luce e colori che verso il tramonto hanno reso ancora più bella la città. 

      Il Wanderer per 10 złoty polacchi (circa 2,11 € per 24 ore) ha trovato in periferia uno spartano parcheggio custodito, dove ho potuto fermarmi anche a dormire. Non è stato facile capirsi con l’anziano custode che non parlava una singola parola in inglese. Per fortuna un ragazzo polacco mi ha aiutato con un minima conoscenza dell’inglese.

     Da qui il tram porta ovunque per la città e fino in centro con soli 4,40 złoty (0,93 € per 75’) nel giro di una mezz’ora. Questo è l’approccio nei confronti delle grandi città che preferisco.



























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