22 ottobre 2012

Lavoro, una parentesi di due mesi


Lavoro e precariato sono ormai quasi sinonimi, nonché parentesi invisibili che si aprono e si chiudono senza che nessuno ci possa far niente.
Ho lavorato per due mesi in un contesto biologico, dove tutto era biologico, dal cibo ai detersivi, dalla frutta alla carta igienica, circondato da gente la cui priorità è uno stile di vita salutare che porti a vivere meglio, se non più a lungo, spendendo una discreta cifra di denaro in più con la speranza di risparmiare nel futuro sulle medicine per curare le malattie che derivano da stili di vita meno attenti.
La scienza forse confermerà ma ogni esagerazione rischia di essere inutile e a volte le scelte trovano difficile coerenza nella vita di tutti i giorni che satura le nostre città, dove l’aria è la prima cosa che dovremmo evitare di respirare per magari decidere di vivere lontano dalle aree urbane, immersi davvero nella natura biologica.
In questo contesto credevo comunque di trovare un’etica salutare applicata non solo al cibo ma anche alle relazioni umane, ai ritmi di lavoro, alla gestione delle risorse umane stesse.
Mi sbagliavo.

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