Padernello è una frazione del comune italiano di Borgo San Giacomo, in provincia di Brescia (costituì un comune autonomo fino al 1927). Il castello Martinengo, Salvadego Molin Ugoni sino al 2005, è un mirabile complesso architettonico con fossato e ponte elevatoio. Il maniero, un tempo abbandonato a sé stesso, è ora molto ben gestito dalla "Fondazione Castello di Padernello" che ne cura sia la manutenzione che l'uso.
Inoltre ultimamente, sempre per volontà della Fondazione e dell'amministrazione comunale, è stato costruito un interessante ponte di legno, opera dell'artista Giuliano Mauri. La famosa collezione privata dei quadri del Ceruti (Pitocchetto) è stata custodita sino al 1965 nel castello di Padernello e sono denominati "Ciclo di Padernello".
Il castello, risalente al XV secolo, circondato da fossato con ponte levatoio funzionante e rivellino, si erge isolato nella pianura bresciana, domina il piccolo paese ed è composto da 130 stanze su una superficie di 4000 m². La sua costruzione avvenne per opera dei Martinengo, famiglia di provenienza bergamasca, fedeli alla Repubblica di Venezia, in origine chiamata dei “Giselbertini”, che dal X e l'XI secolo si cominciò a nominare con l'appellativo “da Martinengo” poiché residente nel castello di Martinengo, nella pianura bergamasca.
La nobile casata dei Martinengo rimase a Padernello fino al 1834; dal 1861 i possedimenti passarono alla famiglia Salvadego Molin Ugoni. Nel cortile interno sorge un loggiato sul lato Ovest a pilastri tipicamente cinquecentesco sui quali campeggiano gli stemmi delle famiglie Martinengo e Colleoni, famiglia quest'ultima imparentata coi Martinengo.
Ultimo conte a risiedere al castello fu Filippo Molin Ugoni Salvedego, il quale, per motivi di salute, preferì trasferirsi nel 1961 nel suo palazzo di Brescia, dove morì nel 1965.
Da allora il castello di Padernello venne abbandonato, lasciandolo esposto alle intemperie, all'incuria e allo sciacallaggio, nonostante nel 1912 fosse stato definito di alto pregio architettonico e di interesse nazionale da parte del Ministero della Pubblica Istruzione.
Nel corso di ormai dieci anni di lavoro la Fondazione Castello di Padernello ha restaurato buona parte del maniero e promuove iniziative e manifestazioni artistiche, culturali ed enogastronomiche, tra cui: mostre, rappresentazioni teatrali (alcune autoprodotte), convegni, rassegne cinematografiche, rassegne e performance artistiche (musica, danza, concerti e opere liriche), archivi, visite quotidiane al castello, visite di scolaresche e laboratori didattici su natura e storia del territorio.
Una leggenda vuole che la figlia del conte Gaspare Martinengo e di Caterina Colleoni Biancamaria (1466-1480), malinconica e cagionevole di salute, fosse morta, nel 1480, attirata dalla magia luminosa delle lucciole, precipitando nel fossato del castello dando vita alla leggenda della Dama Bianca. Ogni dieci anni il 20 di luglio, la stessa notte della sua morte, il suo fantasma ricompare nel castello vestito di bianco, con in mano un libro aperto dorato contenente il suo segreto.
Il VIDEO (2’40”) nel link:
https://youtu.be/7prHUGubkHw?feature=shared