Sto guidando lungo la costa orientale
di Andøya, una delle belle isole Vesterålen. Osservo le nuvole che corrono e
lasciano una sottile striscia azzurra verso l’orizzonte, dove si stagliano lontani
gli aspri profili dell’isola di Senja.
La spiaggia bianca è punteggiata da
ciuffi d’erba, da pietre e sassi neri, e il mare è pericolosamente pieno di
scogli e rocce che affiorano a pelo d’acqua. Ad un tratto compaiono colori e
forme indefinite che circondano un capanno da pesca a ridosso della spiaggia.
Subito ne vengo attratto. Sono giorni
e giorni che viaggio nel nord della Norvegia con occhi attenti ad ogni
paesaggio interessante, ogni angolo originale, ogni forma e soggetto che attiri
il mio interesse fotografico: anche questa volta fermo l’auto, lanciata a
moderata velocità, e ritorno sui miei passi. Parcheggio e mi avvicino alla
fonte di questi colori.
Nella parte opposta della strada c’è
una casa, e un cane abbaia avvertendo prontamente della mia presenza.
Mi avvicino al capanno percorrendo
pochi metri di sterrato. Davanti a me distinguo una serie di composizioni formate
da bianche ed enormi ossa di balena circondate da sfere e anelli colorati di un
pallido giallo, arancio, bianco, blu e verde. Il tutto è avvolto da un ordine e
da un tocco artistico. La maggior parte degli oggetti sono appoggiati o
infilati su strutture di legno o sulle pareti del capanno, che è verde e con il
tetto di terra ed erba, come da antica tradizione norvegese.
Non posso che esserne fotograficamente
attratto.
Mentre mi concedo qualche scatto vedo
arrivare una simpatica figura che proviene dalla casa oltre la strada,
certamente avvisato dal suo cane. E’ lui, Geir Laupstad, il
proprietario e creatore di questo colorato angolo di Andøya.
Ci presentiamo stringendoci la mano e c’è
subito un buon feeling tra noi. Mi racconta appassionato che tutto ciò che vedo
intorno è giunto dal mare fino alla riva, proprio lungo la spiaggia di fronte
alla sua casa. Anche una balena si è spiaggiata lì, già morta.
Geir ha solo raccolto, pulito, ordinato,
lavorato e conservato tutti questi reperti che il destino gli ha fatto
ritrovare in riva al mare.
Gli dico che è una forma d’arte per
me. Potrebbe essere anche un piccolo business per lui, visto il passaggio di
turisti e viaggiatori nella strada che corre lungo la costa dell'isola.
Ma è la passione più che il denaro a
spingere Geir a fare ciò che fa.
E infatti mi porge in regalo un
ciondolo fatto da lui stesso con un osso di balena, una piccola parte della
grande costola del cetaceo spiaggiato davanti alla sua casa, che lui ha
sezionato ricavandone molte ellissi dal centro poroso e bucherellato, la tipica
struttura delle ossa di balena.
Mi è simpatico Geir e prima di
salutarlo gli chiedo se posso fotografarlo nel suo capanno, pieno di oggetti,
reperti, fossili, enormi teste di merluzzo essiccato e altri oggetti di ogni
tipo.
Di tutta risposta lui prende una sedia
a dondolo e mi conduce per pochi metri fino in riva al mare, dove si siede e mi
invita a fotografarlo, ricambiando poi con uno scatto a me.
Bella la sua arte e originale.
Un prezioso incontro in viaggio con un
uomo che vive in una casa nella bella e remota isola Andøya, nell’arcipelago
delle Vesterålen, nel Nordland della Norvegia, ben oltre il Circolo Polare Artico.
Il mare trasporta e la sabbia trattiene e regala
I colori e l'arte di Geir
Geir Laupstad ed io. Un incontro per me molto interessante
Il suo capanno colmo di oggetti interessanti e di ogni tipo.
Quasi tutti regalati dal mare
Geir mi mostra molti oggetti e mi narra della loro provenienza
Cliccate sulle foto per ingrandirle ed apprezzarle maggiormente.
Molte più foto sono nel mio spazio in Facebook.
Chi desidera visionarle mi chieda il contatto specificando il motivo
“fotografico”.
Grazie.
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Gentleman Gipsy:
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Le foto di“pop art”: curiosità, stranezze e poesia del mondo
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