The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

12 agosto 2018

Ultimi Fiordi Occidentali, da Suoureyre fino a Krossnelaug, Costa di Strandir

Una giornata parzialmente impegnata a fuggire dalle nebbie dell’oceano. Non che mi possa lamentare: fin dalla mattina presto l’ultima parte dei Fiordi Occidentali mi ha regalato sole e cielo azzurro. A partire dalla cittadina di Isafjorour, fulcro di tutte le attività di quella regione, circondata da alte vette da un lato e dalle acque calme del fiordo dall’altro. Il centro è costellato di graziosi edifici antichi costruiti in legno e rivestiti in lamiera, alcuni risalenti al XVIII secolo, quando il porto era pieno di brigantini e baleniere norvegesi.
Da segnalare il lungo tunnel (9 km) Isafjorour-Suoureyre-Flateyri, ultimato nel 1996, che diventa spesso a una sola corsia (ci sono slarghi in cui fermarsi per far passare gli altri veicoli) e che al centro della montagna si biforca tra le tre località.
Lungo il cammino i soliti meravigliosi paesaggi e una bella piscina termale di cui ho approfittato. Poi, nel tardo pomeriggio, la Costa di Strandir mi ha presentato lunghi e giganteschi biscioni di nebbia (le foto sotto spiegano ciò che intendo), presenti al largo sull’oceano, che si spingono fino in profondità dei fiordi, sfiorando la terra e le altitudini, tanto da coprire il tutto avvolgendolo nel freddo grigio della nebbia. Per fortuna è accaduto solo a tratti e poi sprazzi di luce, sole e sereno tra le nebbia hanno addirittura reso interessanti alcune foto.
La Costa di Strandir, scarsamente popolata e meravigliosamente pacifica, è una delle zone più spettacolari di tutta l’Islanda. Il litorale frastagliato è articolato in una serie di fiordi che s’insinuano tra montagne scoscese e rendono aspra e selvaggia, ma anche gratificante, la strada sterrata che da Holmavik sale verso nord lungo una costa remota e desolata, ritenuta in passato la casa dei grandi stregoni islandesi perseguitati.
La nebbia non mi ha impedito un bagno caldo nella piscina geotermale di Krossneslaug, quasi ai confini dell’universo, su una spiaggia selvaggia di ciottoli neri.
E’ lì che ho passato la notte in auto, circondato dalle pecore, osservando la mappa dell'Islanda sul mio navigatore, per rendermi conto di dove fossi, perduto nella nebbia che ha reso la notte più buia del solito.


Isafjorour















All'altro lato del fiordo si vedono i ghiacciai dell'Hornstrandir








Sosta per un buon bagno caldo


Un cortile originale


I biscioni di nebbia si avvicinano





La nebbia è sempre più vicina


A Djupavik la vecchia fabbrica per la lavorazione 
delle aringhe, chiusa nel 1950



Il fascino della nebbia


Fuori freddo e nebbia, dentro caldo e gente simpatica


Nella nebbiosa notte so dove sono...



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