Una giornata parzialmente impegnata a
fuggire dalle nebbie dell’oceano. Non che mi possa lamentare: fin dalla mattina
presto l’ultima parte dei Fiordi Occidentali mi ha regalato sole e cielo
azzurro. A partire dalla cittadina di Isafjorour, fulcro di tutte le attività
di quella regione, circondata da alte vette da un lato e dalle acque calme del
fiordo dall’altro. Il centro è costellato di graziosi edifici antichi costruiti
in legno e rivestiti in lamiera, alcuni risalenti al XVIII secolo, quando il
porto era pieno di brigantini e baleniere norvegesi.
Da segnalare il lungo tunnel (9 km) Isafjorour-Suoureyre-Flateyri,
ultimato nel 1996, che diventa spesso a una sola corsia (ci sono slarghi in cui
fermarsi per far passare gli altri veicoli) e che al centro della montagna si
biforca tra le tre località.
Lungo il cammino i soliti meravigliosi
paesaggi e una bella piscina termale di cui ho approfittato. Poi, nel tardo pomeriggio, la Costa di
Strandir mi ha presentato lunghi e giganteschi biscioni di nebbia (le foto
sotto spiegano ciò che intendo), presenti al largo sull’oceano, che si spingono fino in profondità dei fiordi, sfiorando la terra e le altitudini,
tanto da coprire il tutto avvolgendolo nel freddo grigio della nebbia. Per fortuna è accaduto solo a tratti e poi sprazzi di luce, sole e sereno tra le nebbia hanno addirittura
reso interessanti alcune foto.
La Costa di Strandir, scarsamente
popolata e meravigliosamente pacifica, è una delle zone più spettacolari di
tutta l’Islanda. Il litorale frastagliato è articolato in una serie di fiordi
che s’insinuano tra montagne scoscese e rendono aspra e selvaggia, ma anche
gratificante, la strada sterrata che da Holmavik sale verso nord lungo una
costa remota e desolata, ritenuta in passato la casa dei grandi stregoni
islandesi perseguitati.
La nebbia non mi ha impedito un bagno
caldo nella piscina geotermale di Krossneslaug, quasi ai confini dell’universo,
su una spiaggia selvaggia di ciottoli neri.
E’ lì che ho passato la notte in auto,
circondato dalle pecore, osservando la mappa dell'Islanda sul mio navigatore, per rendermi conto di dove fossi, perduto nella nebbia che ha reso la notte più buia del solito.
Isafjorour
All'altro lato del fiordo si vedono i ghiacciai dell'Hornstrandir
Sosta per un buon bagno caldo
Un cortile originale
I biscioni di nebbia si avvicinano
La nebbia è sempre più vicina
A Djupavik la vecchia fabbrica per la lavorazione
delle aringhe, chiusa nel 1950
Il fascino della nebbia
Fuori freddo e nebbia, dentro caldo e gente simpatica
Nella nebbiosa notte so dove sono...
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