Ho raggiunto la bellissima Conca dell’Alben sabato pomeriggio ma avevo poche ore di luce a disposizione per percorrere la ferrata e rientrare al Wanderer. Quindi ho dormito là approfittando della bellezza del clima per fare qualche volo con il drone e scattare qualche foto e video (v. link sottostante).
La
domenica, come previsto, la situazione meteo era peggiorata con nuvole già
presenti sulla cima. Tuttavia sono partito.
La
ferrata è stata sufficientemente impegnativa, ma non sono io quello che è stato
soccorso in elicottero (nel caso vi sia giunta notizia di un incidente visto
che già un amico mi ha chiamato per accertarsene).
Anzi,
direi che io ho dovuto soccorrere colui che poi è stato soccorso.
La
mattina, mentre mi preparavo, è arrivato un gruppo di cinque o sei uomini dai
55 ai 70 anni che mi sembravano un po’ troppo esaltati ed euforici. In realtà
mi hanno fatto una pessima impressione e ho pensato subito che se andavano
nella mia direzione me ne sarei stato volentieri alla larga da loro.
Ad
essere sincero, e per usare un eufemismo, ho pensato che erano una “manica di
deficienti immaturi”. Li ho lasciati proseguire ma li ho ritrovati in fase di
vestizione all’inizio della ferrata e anche lì non mi sono nemmeno avvicinato:
li ho lasciati partire perché non volevo nessuno troppo vicino e davanti a me
che muovesse sassi e rocce che potevano cadermi addosso durante l’arrampicata.
Mi sono incamminato dopo un po’ ma durante il percorso li sentivo e ho capito
che si erano già separati: i più allenati e più esperti avevano lasciato alle
spalle i meno allenati e meno esperti. E già questo è un grave errore.
Fatto
sta che a breve mi sono trovato uno di loro in difficoltà proprio sulla parete
dritta in verticale che potete vedere anche dalla linea nella fotografia qui sotto.
È una parete che comporta la necessità di un minimo di allenamento e di tecnica
e quest’uomo di non ce la faceva: le sue braccia e anche le sue gambe non erano
sufficientemente preparate per il percorso. Inoltre faceva qualche errore
tecnico aspettando troppo a trasportare i moschettoni da un punto all’altro,
trovandosi in difficoltà nella posizione da mantenere. L’ho raggiunto per
aiutarlo a sbloccare un moschettone che non riusciva più a muovere nella
posizione in cui si era messo e poi abbiamo parlato un po’. Gli ho suggerito di
fermarsi e di riposare, lui mi ha detto di proseguire in quanto stava
rallentando il mio cammino ma viste le sue difficoltà gli ho detto che già i
suoi “amici” lo avevano abbandonato, che non avevo fretta, e non sarei andato
avanti finché lui non si sentiva meglio.
Dopo
un po’ ha riprovato ma nel giro di pochi minuti in parete l’ho visto cadere ben
due volte sotto i miei occhi: la prima volta senza troppi danni, la seconda è
stata una brutta caduta che gli ha procurato una forte botta a livello della
tibia. Per fortuna la caduta è stata bloccata dai moschettoni ma, credetemi, se
quelli ti salvano la vita non ti impediscono di farti male seriamente quando
cadi. La gamba gli si è subito gonfiata molto a causa dell’emorragia interna. A
quel punto era sfinito e spaventato, non era più in grado di proseguire. I suoi
amici non li sentivamo più nemmeno chiamandoli ad alta voce. Non potendo fare
granché per aiutarlo ci siamo accordati che io avrei proseguito per
avvisare i suoi amici in quanto lui aveva già intenzione di chiamare
l’elisoccorso. Nel frattempo le nuvole avevano avvolto la cima e la visibilità
era ridotta. Ho raggiunto due suoi amici che si trovavano 30/40 m sopra, alla
fine della parete verticale e non ci potevano sentire.
Nel
frattempo erano però riusciti a comunicare telefonicamente con la persona
infortunata e stavano già chiamando il soccorso.
Proseguendo
per il Monte Croce, una volta raggiunta l’anticima est dell’Alben, poco più
tardi ho sentito diverse volte il rumore dell’elicottero giunto a prestare
soccorso e spero sia andato tutto bene.
Non
deve essere stato un intervento facile perché era in parete verticale e la
visibilità era ridottissima a causa della nebbia. Ma gli addetti al soccorso
alpino sono super preparati ed esperti.
La
riflessione finale riguarda la superficialità nell’approccio alla
montagna, alle ferrate ma non solo. Gli incidenti negli ultimi anni sono
molti, troppi. Inoltre quest’uomo, come altri con lui, era in calzoncini corti
e in maglietta senza maniche. Altra imprudenza visto che le ferrate impegnative
richiedono l’utilizzo delle braccia e delle gambe per aggrapparsi ai cavi
mentre si spostano i moschettoni.
Viste
le nuvole e la nebbia non è stata una giornata fotograficamente interessante,
anche se è stata una giornata intensa da vivere. 😊
Video
e foto (con musica) fatte con il drone DJI Mavic Mini:
https://www.youtube.com/watch?v=AQICr_fPW68&ab_channel=EliseoOberti
Altri link dell’autore:
Il canale in You Tube dove trovare tutti i
minivideo di Gentleman Gipsy:
http://www.youtube.com/user/ilvagabondo62?feature=mhee
La pittura:
http://eliseooberti.blogspot.com/
Le foto di“pop art”: curiosità, stranezze e poesia
del mondo come lo vedo io:
http://eliseoobertifotopopart.blogspot.com/
I libri pubblicati:
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