The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

16 gennaio 2023

Piantare in Nasso!

   Naxos è la più grande delle Cicladi e il suo paesaggio fertile offre paesini di montagna, antiche rovine e lunghe spiagge.  Durante i mesi estivi è una gettonata destinazione turistica e offre diverse località archeologiche di facile accesso, degne di nota sono la Portara, ovvero la porta del Tempio di Apollo, il Tempio di Demetra e la Chiesa bizantina di Agios Georgios Diasoritis. Possiede molte spiagge come Sant'Anna, San Procopio, Alikos, Kastraki, Mikri Vigla, Plaka e San Giorgio, la maggior parte delle quali situate sul lato occidentale dell'isola. È la più fertile delle Cicladi, al suo interno si erge il Mobte Zas (1004 m) e sono state costruiti degli invasi tramite dighe che forniscono acqua in abbondanza. Lungo la costa sud ovest le lunghe spiagge di sabbia che ho visitato sono contorniate da paesaggi piatti o dolcemente collinari, fotograficamente poco stimolanti. Rimangono comunque avvolte dalla bellezza del fuori stagione, senza alcuna presenza umana.

   Il Tempio di Demetra, costruito nel VI secolo a.C., si trova in una vasta area rurale di Naxos, circondata da colline e campi coltivati, ed era dedicato al culto della dea Demetra, sorella di Zeus, che nella mitologia greca è la dea del grano e dell'agricoltura. Infatti il tempio si trova tra i campi coltivati dell'isola.

  Chalki è un villaggio che offre atmosfere interessanti e la sua perla è la bella chiesetta bizantina di Agios Georgios Diasoritis di cui non si conosce la data esatta di costruzione. Pare sia stata eretta sui resti di un antico tempio paleocristiano e la sua bellezza si deve a linee semplici ed essenziali. Purtroppo era chiusa, perché l’interno è completamente ricoperto da affreschi risalenti al XI sec. Alla vicina chiesa di Santa Marina ho dedicato invece un intero set fotografico alle “modelle” più frequenti che incontro durante il mio cammino su queste isole: le capre! Oggi erano arrampicate in gruppo sopra la bella chiesina nei pressi di un grande albero.


    Il villaggio di Filoti, il più grande di tutta Naxos dopo il capoluogo, si trova nella parte interna dell'isola a 400 mt s.l.m. Ho letto che dovrebbe avere circa 1800 abitanti ma per le strade io ne ho incontrati meno di dieci. Mi piace sempre inoltrarmi nei vicoli di questi paesini e cercare angoli interessanti da fotografare.


    Una curiosità locale: secondo il mito, raccontato spesso con alcune varianti, Arianna, che aveva aiutato Teseo a uccidere il Minotauro, fu abbandonata a Nasso (da cui l'espressione "piantare in Nasso", diventata poi "piantare in asso"). Dopo poco sopravvenne Dioniso su un carro tirato da pantere che, conosciutala, volle sposarla. Secondo questa nota ricostruzione, la locuzione italiana "piantare in asso" deriverebbe quindi proprio dal nome di quest'isola e affonderebbe le proprie radici nella mitologia: Arianna dopo aver aiutato con il suo filo l'eroe ateniese a sconfiggere il mostro dal corpo umano e la testa da toro, e a uscire dal labirinto di Cnosso, fuggì insieme agli ateniesi ma fu poco nobilmente abbandonata ("piantata") da Teseo sull'isola di Nasso, per motivi che il mito non chiarisce. Studi più recenti, tuttavia, suggeriscono un etimo differente per la locuzione popolare, ossia “fare il punto più basso (l'uno)”alle carte o ai dadi. In base a tale ricostruzione, per "piantare in asso" deve intendersi “lasciare solo, abbandonare inaspettatamente o bruscamente, presa la similitudine dall'asso, che sta solo ed è il punto peggiore”. Sinceramente è molto più bella la versione mitologica! 











































































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