The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

11 luglio 2023

L’urlo di Munch

   Al termine della giornata mi sono imbattuto casualmente nel Vår Frelsers gravlund (il Cimitero del Salvatore), nel centro di Oslo. Vi sono sepolte molte note personalità norvegesi, tra le quali Henrik Ibsen (del quale nel passato ho apprezzato le commedie a teatro). 

        Presente anche la tomba di Edvard Munch, il famoso pittore autore de L’Urlo, il famoso dipinto che ho fotografato l’altro giorno nel museo e che racchiude tutto il male di vivere che, secondo l’autore, accomuna le persone di ogni luogo e dal quale lui si sentiva particolarmente afflitto. 

      «I miei amici continuavano a camminare e io tremavo di paura…E sentivo che un grande urlo infinito che pervadeva la natura». Edvard Munch descrive così, ai tempi, le sensazioni che lo spinsero a dar vita al quadro. 

      Seppur motivata da una profonda angoscia personale, questa opera è riuscita ad attraversare i secoli e la storia dell’arte.











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