The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

22 agosto 2018

Il Circolo d’Oro e la valle del fiume Þjórsá

Selfoss è una cittadina molto comoda per muoversi in varie direzioni nel sud ovest dell’Islanda: per tre sere mi ha offerto un campeggio utilizzabile in pratica gratuitamente, dove ho preferito dormire in auto, e comodi wifi gratuiti ovunque, come del resto in tutta l’Islanda. Da qui ho percorso la strada 35 (che mi ha portato al cratere Kerid dove un volta la famosa cantante islandese Bjork tenne un concerto proprio nel mezzo, su una zattera), per giungere fino a Geysir (letteralmente “eruzione”), una delle attrazioni turistiche più famose dell’Islanda, la sorgente calda originaria, quella da cui tutti i geyser del mondo hanno preso il nome. Il grande Geysir è rimasto attivo per circa 800 anni e un tempo emetteva getti d’acqua alti fino a 80 metri. Peccato che adesso, dal 1916, dia soltanto pochi segni di vita. Per fortuna proprio accanto c’è un altro geyser, Strokkur, molto affidabile: è raro che si debba aspettare più di 5/10 minuti per vedere il suo getto alto da 15 a 30 metri.
Gulfoss, la cascata più famosa d’Islanda che si trova pochi chilometri più avanti, precipita con uno spettacolare doppio salto per 32 metri, sollevando una parete perpendicolare di spruzzi mentre scende in uno stretto burrone. Nelle giornate di sole si ha la fortuna di  vedere scintillanti arcobaleni. E’ un’attrattiva turistica fin dal 1875 ma rischiò di essere distrutta per sempre negli anni ’20, quando un gruppo di investitori stranieri avanzò la proposta di sbarrare il fiume per sfruttare l’energia idroelettrica. Il proprietario del terreno si rifiutò di vendere, ma gli imprenditori agirono a sua insaputa  e ottennero il permesso direttamente dal governo.  La figlia si recò a piedi nudi fino a Reykjavik per protestare, minacciando di gettarsi nella cascata se il progetto fosse stato messo in atto. Fortunatamente gli investitori non pagarono la cifra pattuita per la concessione, il contratto venne annullato e la cascata fu salva. Gulfoss fu donata alla nazione nel 1975 e da allora è una riserva naturale protetta.
Dalla cascata, costeggiando il lago Laugarvatn e il lago Pingvallavatn, ho raggiunto il Parco nazionale Þingvellir, il sito storico più importante di tutta l’Islanda. Nel 930 d.C. i vichinghi vi fondarono il primo parlamento democratico del mondo, l’Alþingi. Il sito si trova in un ambiente naturale di bellezza straordinaria, in un’immensa vallata di fiumi e cascate, creata dall’incontro della placca tettonica nordamericana con quella euroasiatica.
Più a sud ho imboccato la valle di Þjórsárdalur, creata dal possente fiume Þjórsá, dove la strada segue il lato occidentale del fiume e, mentre risale a monte verso l’altopiano interno, conduce ad ampie pianure tagliate dal vasto letto del fiume, a campi vulcanici e infine ai piedi di monti che si ergono verso l’interno. E’ una zona relativamente poco turistica, con resti vichinghi, cascate nascoste e paesaggi fluviali dall’aspetto preistorico.
Al ritorno ho percorso la strada ad oriente del fiume, quella che passa sotto il temibile vulcano Hekla (nel Medioevo si riteneva fosse la porta dell’Inferno) e attraversa suoi campi di lava.
Una stupenda giornata fitta di paesaggi che cambiano in continuazione.
In serata, sempre con una luce abbondante nel cielo, una deviazione verso l’ennesima chiesetta con camposanto da fotografare, mi ha portato nei pressi di una bella fattoria con tanti simpatici gatti sopra una vecchia auto.
Per la notte Selfoss mi ha accolto nuovamente e nella mia Kia Picanto ho dormito più che a sufficienza.




Il cratere Kerid 


Il grande e dormiente Geysir


Gulfoss



Lago Laugarvatn 


Parco nazionale Þingvellir



Valle di Þjórsárdalur






Hjalparfoss


Pjodveldisbaerinn, la ricostruzione 
della fattoria di Stong, Pjorsardalur



Strada 26 per il Vulcano Hekla









La fattoria dei gatti



Uno strano visitatore ci fotografa




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