The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

2 giugno 2018

Come Forrest Gump: “sono un po’ stanchino…”

Forrest Gump, l’amatissimo personaggio interpretato da Tom Hanks nell’omonimo film, dopo le sue lunghissime scorribande in tutti gli Stati Uniti, mi ricorda il me stesso di questi ultimi tempi…
Mi piacerebbe raccontarvi di imprese in kayak per fiumi e laghi, camminate in cima alle montagne o quant’altro mi è sempre piaciuto fare, tuttavia ultimamente prevale la stanchezza. Non è pigrizia ma proprio stanchezza psico-fisica. Un ennesimo esempio lampante mi è arrivato da questo fine settimana di sole. Conoscendo le previsioni meteo, non avevo scusanti: davanti a me c’era un week-end tutto da godere, non potevo perdermelo!
Solitamente il sabato sono costretto a fare una serie di cose che durante la settimana non riesco o non posso fare, tanto è che il sabato spesso per me è il giorno peggiore della settimana: mi innervosisce, mi stanca, mi sfianca e la domenica mi ritrovo senza alcuna energia per fare alcunché. Quando il meteo è pessimo, e ultimamente lo è stato spesso, ho tutte le scuse per non muovermi. Ma così non è stato per questo fine settimana. Ieri sera mi ero già posto il problema… L’idea era di partire il venerdì sera per raggiungere le amene località lacustri del lago d’Iseo e dintorni che non mi vedono da un pezzo, approfittando di due giorni di sole per usare il mio kayak ancora seminuovo, camminare per monti e isole, torbiere e paesaggi naturali, per fare del movimento (ne ho estremo bisogno) e ricaricarmi un po’ nella Natura.
Niente da fare. Ieri sera, venerdì, mi sono detto: “Dai, devo andare!”, per poi farmi questa domanda: “Ma cosa desideri di più in questo momento?”. “Stendermi”, è stata la risposta. E stendermi alla sera, dopo una giornata che tra il lavoro e gli spostamenti è di quasi dodici ore, è in realtà una delle cose più desiderabili che provo ultimamente…
E allora non sono partito. Poi ho preso le poche energie rinnovate dal sonno rimastemi in corpo la mattina di oggi, sabato, e mi sono diretto verso il Lago, vivendo purtroppo, le problematiche relative alle aree di camping service di cui parlo nel post precedente. E le poche energie si sono bruciate in quello…
Nel pomeriggio ho fatto solo il tentativo di una passeggiata ad Iseo, dove il caldo mi è pesato. Niente da fare: in questo stato il kayak e le camminate in salita me le scordo! E un po’deluso da me stesso, un po’ arrabbiato per la mia stanchezza, me ne sono ritornato a Bergamo (senza rimanere là anche per la domenica), per fare tutto quello che dovevo fare (logistica camper, spese al supermercato, lavaggio vestiti in lavanderia e altro ancora), appesantendo ulteriormente lo standard del mio sabato…
No, così non va. Così non va proprio e non può continuare.
Non so bene come cambiare gli ingredienti della mia vita in questo momento, ma così non potrà continuare a lungo. C’è la necessità di un rimescolamento di energie vitali  e di equilibri tra tempo impiegato e tempo libero.
Se le batterie non si ricaricano, i motori si spengono.






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