The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

25 aprile 2019

Venezia (venduta a caro prezzo dai Veneziani)


Venezia lascia senza  fiato. Niente da dire. Ogni volta che ci vengo mi perdo - per modo di dire perché mi oriento benissimo con una buona cartina in mano, e vado esattamente dove voglio andare J - a girovagare nei suoi sestieri, nei campi, nelle calli, lungo i canali, scoprendo ogni volta angoli nuovi, specie nelle zone meno commerciali e meno affollate dalle masse di turisti che ogni giorno “invadono” questa preziosa città.
Per me è la città più bella del mondo, unica nel suo genere.
Ma questa bellezza, questo business immenso ed eterno, ha reso Venezia come una bellissima donna rapita, prigioniera e sfruttata, obbligata a vendere il proprio corpo per arricchire chi la possiede.
Si, ogni volta che vengo qui ho la sensazione che di Venezia si è fatto un meretricio vergognoso. E’ proprio necessario dare a tutti la netta sensazione che chiunque venga da queste parti sia da vampirizzare? E non parlo solo dei ricchi turisti che soggiornano in lussuosi hotels, mangiano in costosi ristoranti e frequentano antichi e nobili caffè in Piazza San Marco, dove peraltro una cioccolata costa 10 euro. Mi riferisco anche al semplice viaggiatore qualunque che si trova a pagare 1 euro e 50 centesimi per usare un bagno pubblico (se volete utilizzare un bar a tale scopo sappiate che qui il caffè, per chi lo beve, costa minimo 2 euro). Nemmeno gli uffici turistici danno in omaggio ciò che praticamente tutti gli uffici turistici del mondo regalano: una semplice piantina della città! No, qui anche quella costa 3  euro.
E tutto il resto costa molto di più, spesso quasi il doppio, come se la sete di sangue di questa gloriosa ed antica città sia inesauribile.
Personalmente, quando vengo in visita a Venezia, per principio cerco di non spendere nemmeno un euro e credo che molti altri lo facciano, sia per risparmiare che per punire l’esosità dei commercianti locali.
In realtà Venezia non ha nessuna colpa, non è una cortigiana che si  vende a tutti, forse è solo una bellissima donna venduta da un carnefice senza pietà, dai ciechi e arroganti commercianti (ormai di molteplici nazionalità), molti dei quali irrispettosi e immeritevoli di vivere circondati da tanta bellezza.
Chi vive a Venezia, e magari non partecipa alla frenesia di questo banchetto redditizio, sopporta mestamente l’invasione e soffre per la follia commerciale senza freni. Le aree dove vivono i veneziani sono quelle che mi piacciono di più, quelle che mantengono l’atmosfera di una città prima che se ne facesse solo merce da vendere.
Questo è il fascino di Venezia: una bellissima  donna che non potrai mai avere veramente, una cortigiana che si concede a tutti per denaro e che in fondo disprezza tutti proprio per questo. Non potrà mai ricambiare l’amore che tutti le offrono e le chiedono.
Lei prende il denaro, chiude i battenti ogni sera e il suo amore nessuno lo avrà mai.




Il fascino della lavorazione del vetro


Ogni angolo è un quadro da dipingere o da fotografare








L'Arsenale



Per la prima volta vedo qualcuno in kayak!
Mi hanno detto che prima era proibito ma adesso ci
sono organizzazioni che affittano kayak con guida al seguito.
Magari un giorno vengo con il mio! :-)
In realtà non è così semplice, forse bisogna evitare 
i canali più trafficati e dalle acque più agitate:
finire in acqua in mezzo alle eliche delle fin troppe imbarcazioni
non sarebbe l'ideale! :-)












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Molte più foto sono nel mio spazio in Facebook.
Chi desidera visionarle mi chieda il contatto specificando il motivo “fotografico”.
Grazie.



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