Tangeri è oggi una città senza infamia e senza lode che vive nei ricordi di un passato più glorioso in cui, solo nominalmente governata dal sultano, era stata dichiarata “zona internazionale” a causa della sua posizione strategica all’ingresso del Mediterraneo. In quell’epoca, dalla metà del XIX secolo, era in realtà controllata dai diplomatici residenti di Francia, Spagna, Gran Bretagna, Portogallo, Svezia, Olanda, Belgio, Italia e Stati Uniti, una situazione che perdurò fino dal 1912 fino alla proclamazione dell’indipendenza del Marocco, quando nel 1956 Tangeri si riunì al resto del paese.
Durante il famoso periodo dell’Interzona si riversarono qui numerosi stranieri e si affermò una cultura estremamente permissiva che attirò persone di ogni genere: protagonisti del jet set internazionale, artisti, speculatori finanziari, drogati, spie, esiliati, dandy, persone che vivevano ai margini della società, conferendo alla città una pessima reputazione.
Alla fine di quel periodo Tangeri conobbe un declino trasformandosi in uno squallido porto dove la criminalità regnava sovrana.
Negli ultimi dieci anni il re Mohammed VI ha dato inizio alla nuova rinascita di questa città che tuttavia non ha molto per attrarre i viaggiatori: la medina non ha scorci fotografici interessanti e per chi ha poco tempo a disposizione Tangeri non rientra giustamente negli itinerari consigliati.
Noi abbiamo apprezzato di più i panorami di Cap Spartel, a 14 km dalla città, l’estremità nord-occidentale della costa atlantica dell’Africa, l’incantevole Plage Robinson e le curiose Grottes d’Hercule, secondo il mito, l’antica dimora di Ercole.
Il Camping Miramonte di Tangeri, pur situato in una bella posizione
è troppo costoso per i servizi che offre
Il mercato del pesce
Albero monumentale nei Giardini Mendoubia
I colori del porto
Plage Robinson a Cape Spartel
Le Grottes D'Hercules e la famosa forma dell'Africa
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