The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

30 ottobre 2011

Speranze vane

Sveglia alle 7.30, arrivo al porto prima delle 9, partenza prevista della nave (questa volta della compagnia Balearia anziché la precedente Acciona per nostra scelta di orario) ore 10.00. Arrivo della nave in porto alle 10.15, partenza effettiva quasi un’ora dopo, alle 11.15 e allucinante viaggio di un’ora per un totale di diverse ore in fila, pressato tra qualche centinaio di persone, quasi tutti marocchini, per espletare le obbligatorie formalità sulla nave. Per questa procedura, non si comprende bene di quale utilità o necessità (non potrebbe essere evitata per chi ha almeno il passaporto marocchino?) e non ci interessa nemmeno capirlo, il sottoscritto ha vissuto un incubo inutile aspettando in fila inutilmente, arrivando al bancone di una pessimamente organizzata postazione, tra gente urlante, sudata e alquanto alterata per le condizioni disumane di quell’attesa. Mi sono ritrovato schiacciato nella moltitudine, con le loro braccia che si protendevano con prepotenza per arrivare ad avere il maledetto timbro di ingresso sui passaporti. Sulla nave era presente un solo ufficiale di polizia a fare questo lavoro di fronte a diverse centinaia di persone. Pare che le autorità non si aspettassero un numero così grande di marocchini rientranti nel loro paese per una festività del 7 novembre.
Quasi privato del respiro ho rinunciato a rimanere in fila pressato su ogni lato quando l’addetto, una volta arrivati nel porto nuovo fuori Tangeri, ha rinunciato a continuare il suo assurdo lavoro, attendendo i rinforzi di altri 4/5 ufficiali di frontiera.
Una volta ottenuto il sospirato timbro sui passaporti, ci attendeva un’altra ora di attesa in porto per le altre formalità relative ai mezzi di trasporto.
In totale oltre mezza giornata gettata al vento per qualcosa che poteva durare al massimo solo un paio d’ore, viaggio in nave compreso. Un’esperienza difficile da digerire, che forse farebbe passare la voglia di andare in Marocco a moltissimi di voi. Se vi può consolare lo scorso febbraio non abbiamo avuto avemmo dei problemi così pesanti da affrontare.
Asilah, la prima sosta in terra africana, ci ha accolto con oceano agitato, foschia densa e spiagge più sporche. Tuttavia le atmosfere di questa graziosa cittadina sono sempre affascinanti.
Nell’area di sosta all’ingresso della città – 30 dh  (1 euro = circa 11 dirahm) – siamo gli unici camperisti: pare che l’invasione dei pensionati francesi, tedeschi ed italiani non sia ancora iniziata.
Ci dispiace, per chi ci ha seguito con affetto da quasi un anno a questa parte, che le nostre foto si ripeteranno un poco perché sono luoghi che abbiamo visitato già dal Febbraio all’Aprile scorsi, e promettiamo di essere morigerati con gli scatti.
Ci sarebbe piaciuto toccare luoghi nuovi dal clima invernale piacevole come quello del Marocco: la Turchia forse non è così mite nel cuore dell’inverno e adesso è stata addirittura colpita dal terremoto, la Siria non è nella situazione sociale e politica migliore e quindi taglia fuori anche la Giordania. L’Egitto, la Tunisia, per non parlare della Libia e dell’Algeria, non sono neppure lontanamente da prendere in considerazione. Cercheremo qualche informazione sulla Mauritania e sull’eventuale possibilità di raggiungere il Senegal ma non siamo molto ottimisti anche per le possibili complicazioni burocratiche di visti e permessi, specie per il passaporto nicaraguense di Sara.
Quindi il Marocco resta ancora la nostra più probabile terra in cui spendere i prossimi tiepidi mesi invernali.
Algeciras, la nave in arrivo con notevole ritardo
Atmosfere d’incanto ad Asilah



Arte sui muri di Asilah

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