The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

6 maggio 2017

Qanat Quartier (Venezia sul Golfo Persico), The Pearl e Qatara

La musica e l’avvolgente sassofono di Kenni G, diffusi dagli altoparlanti ad ogni angolo del Qanat Quartier, nei pressi di The Pearl, mi hanno fatto compagnia durante la “sauna-passeggiata” in quest’area residenziale fatta immagine e somiglianza di Venezia, canali compresi.
Se mai ce ne fosse ancora stato bisogno, ho capito che qui (come in buona parte del mondo) Venezia è alquanto amata e imitata. Visto che prima o poi (se l’Italia continua così) la Venezia autentica sprofonderà insieme alla nostra  economia e noncuranza, c’è il rischio che nel futuro Venezia sarà rappresentata dall’angolo famoso di Las Vegas e da questi angoli di Doha in Qatar (centro commerciale in stile Veneziano compreso di cui ho postato foto alcuni giorni fa).
Scherzi a parte, quello che ho visto oggi è un quartiere molto piacevole, vivibile, a ridosso del mare e di ampie spiagge. Nelle calde ore della mattinata prima di mezzogiorno il sole è a picco sulla testa e la temperatura all’ombra ha raggiunto i 41 gradi. Nemmeno un’anima viva in giro: solo io, il personale di sicurezza e gli addetti alle pulizie che spolverano e lavano pure i lampioni, rigorosamente imbavagliati e coperti di tutto punto per proteggersi dal sole e dalla polvere che in minima parte è sempre presente nell’aria del deserto.
Sauna, è la parola giusta. Meglio bere copiosamente in questi casi e portarsi appresso salviettina e magliette di ricambio, così che ci si possa asciugare e cambiare non appena si entra in luoghi condizionati con temperature di 20 gradi inferiori. Come ho fatto io quando mi sono rifocillato da Paul, un ottimo Bakery-Ristorante di matrice francese situato a The Pearl.
Poi ho raggiunto Qatara un’area che nel Gennaio scorso avevo visitato con le luci della sera. Il deserto: la gente non si muove prima delle 4/5 del pomeriggio in questa stagione, e anche il sabato (che poi qui è la domenica). Belle atmosfere comunque in  questi angoli di Doha che a mio avviso sono tra i più belli, e che senza le persone sono anche più fotogenici.
Uno appunto: troppa magnificenza e troppa ricchezza ovunque.
Forse la mia è invidia italiana? Forse. Il nostro Paese ha espresso questa magnificenza e questa ricchezza solo nel passato. Ora non più , non ce lo possiamo permettere e viviamo di rendita sui secoli ormai andati, trascurando spesso le immense ricchezze artistiche che abbiamo.
Forse la bellezza e la ricchezza potrebbero non essere circondate obbligatoriamente da appariscente ostentazione, meriterebbero una loro misura, una dignitosa rappresentazione al cospetto delle povertà e delle miserie del Pianeta. Quindi una possibile etica.
Tuttavia mi rendo conto che questi fattori non sono assoluti, bensì relativi e legati ad ogni singola cultura.



Qanat Quartier, The Pearl, Doha
Venezia nel Golfo Persico


Spiagge e sole e... saune!




Quest'auto da queste parti è quasi un'utilitaria...





Rifocillandosi a The Pearl


The Pearl, Doha


Qatara, Doha









L'anfiteatro a Qatara








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