La Casa Dipinta di Todi (Umbria), è l'ex casa di vacanza dipinta da Brian O'Doherty (1928-2022), un critico d'arte, scrittore, artista visivo e accademico irlandese-americano che ha vissuto a New York City per oltre 50 anni, lavorando come critico d'arte per il New York Times e la NBC, nonché come redattore per Art in America) e di sua moglie Barbara Novak (storica dell’arte).
Durante una visita alla casa dello scultore Beverly Pepper a Todi, O'Doherty e Novak decisero di acquistare una casa per le vacanze in città. Procedettero a decorare le aree intonacate della casa del XVIII secolo, con colori vivaci, spesso con finestre trompe-l'œil primitive e talvolta stravaganti, in quanto il paesaggio fuori dalle finestre era ristretto alle anguste vie del borgo.
Di seguito riporto un articolo apparso su Vogue nel settembre 2022 poco prima della morte di Brian O’Doherty: “La Casa Dipinta, uno schizzo di colore a Todi, nel cuore dell’Umbria. Fuori dal percorso battuto, immerso nel cuore dell'Umbria, nella suggestiva città di Todi, al civico n. 25 di via delle Mura Antiche, il polmone verde d’Italia s’interrompe per dare spazio a uno schizzo di colore. Un luogo dove l’arte si sposa con la vita quotidiana.
La casa oggi conosciuta come La Casa Dipinta fu comprata nel 1975 dall’artista irlandese di nascita, americano d’adozione, Brian O’Doherty e dalla moglie, storica dell’arte, Barbara Novak, come luogo dove trascorrere le loro vacanze italiane lontano dal lavoro.
La realtà è che non esiste via di fuga da ciò che si ama, e questa casa ne è la prova. Nel 1977 O’Doherty inizia a dipingere, con colori acrilici, le pareti dell’intera casa, disposta su tre piani, creando un’opera immersiva che riassume quarant’anni della sua carriera artistica e il grande amore provato verso sua moglie, l’Umbria e l’arte.
Ed è così che l’artista rese questa casa dell’Ottocento una delle opere più interessanti ed esclusive della sua carriera. Tra geometrie, colori, simbolismi, specchi, fili, giochi di prospettive e scale che ricordano l’arcobaleno, si attraversano i pensieri di O’Doherty che permettono a chi entra di perdersi, fisicamente e spiritualmente, in riflessioni sul senso d’identità, di appartenenza e di spazio. Le sagome di lui e sua moglie ai lati del letto, le immaginarie finestre dipinte, riportano all’amore provato l’uno per l’altro e per il paesaggio umbro. L’Umbria così suggestiva che basta una finestra dipinta e una sedia (forse vera) per ammirarla e innamorarsene.
Una casa tra l’immaginario e il reale, aperta dal 2011 al pubblico e oggi visitabile. Un luogo che riporta al paradiso di Dante e all’antico alfabeto celtico Ogham e con semplici tre parole scritte all’ingresso racchiude il linguaggio artistico di O’Doherty: One, Here, Now (Uno, Qui, Ora) e decostruisce lo spazio espositivo, invitandovi letteralmente nella sua arte.
Una tappa obbligatoria per chi cerca qualcosa di speciale e unico nel suo genere, che stordisce e inebria di colore”.






























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