Roghudi Vecchio nel 1971 contava una popolazione residente di circa 1.650 persone, ma essendo stato edificato in una delle zone più piovose della Calabria, veniva spesso colpito da frane ed eventi alluvionali estremi, fino ad arrivare a quello del 1971, che in due giorni fece precipitare sulla zona l’equivalente della pioggia che normalmente cadeva in un anno.
L’evento rese il paese isolato per diverso tempo, provocò diversi morti e dispersi e rese inagibili diverse abitazioni. Il sindaco in seguito firmò l’ordinanza con la quale imponeva lo sgombero di tutte le famiglie presenti. Questa venne accolta da gran parte della popolazione, che venne spostata nell’odierna Roghudi, delocalizzata in un territorio a valle.
Alcuni irriducibili, per lo più anziani molto legati al loro territorio, ignorarono l’ordinanza e continuarono a vivere con estremi disagi nelle loro case, ma dovettero cedere di nuovo alla forza della natura che si ripresentò in modo ancora più violento nella notte del 29/12/1973.
Da allora Roghudi divenne una Città Fantasma.
Una curiosità del luogo: ai muri esterni delle abitazioni venivano fissati grossi chiodi a cui venivano legate delle corde, all’altro capo delle funi venivano legati i bambini per le caviglie. Questa che può sembrare una pratica barbara era invece necessaria per evitare che gli stessi cadessero dagli altissimi dirupi presenti ovunque, e venne adottata dopo la morte di numerosissimi bambini.
Una leggenda narra che in questi luoghi, di notte, si possono sentire ancora i loro lamenti salire dai dirupi verso il paese.
Il borgo di Roghudi è posto a 527 metri di altitudine su un enorme dente di roccia al centro dell’immenso cuore della fiumara Amendolea, in un territorio alquanto accidentato, in una continua altalena di monti e dirupi.
La strada che ho percorso per raggiungerlo, partendo da Bova Marina, arriva a un altitudine di 1150 mt s.l.m ed è alquanto tortuosa, dissestata, a tratti franata e disseminata di buche, pietre e sassi che cadono con facilità. Sconsiglio vivamente il percorrerla con mezzi di maggiori dimensioni rispetto a quelle del Wanderer.
L’alluvione cacciò via i pastori e i contadini grecanici che l’abitavano da secoli, facendo di Roghudi il simbolo della geografia di abbandoni che caratterizza oggi l’Aspromonte.
DRONE VIDEO (2’97”): Roghudi Vecchio, volando sopra il villaggio fantasma nell’Aspromonte: https://youtu.be/vbVmu6Y5zVc?feature=shared
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