Se Parigi val bene una messa, Fes val bene qualche altro assillo e molestia per rientrare una seconda volta nella medina e raggiungere le coloratissime concerie, il vero emblema della città.
Non aspettatevi, come al solito, nulla di facile e gratuito. Per trovarle servono indicazioni e troverete presto qualcuno che vi ci accompagna senza voler un centesimo: in effetti il personaggio in questione prenderà di certo la provvigione dal negozio di pellame dove sarete quasi costretti a fare un acquisto per poter vedere le concerie e scattare qualche foto. Non è permesso scendere e aggirarsi tra le vasche per la tintura, ma ci sono punti di osservazione lungo i viottoli che circondano le concerie, tutti occupati da negozi di pellame naturalmente.
Oggi temperatura fresca sui 21 gradi e nessun odore insopportabile per cui le concerie sono famose, specie con il caldo estivo.
Durante la mezz’ora di tragitto a piedi – abbiamo parcheggiato la Vespa il più vicino possibile alle concerie – siamo stati apostrofati o fermati innumerevoli volte da personaggi più o meno insistenti affinché entrassimo in un negozio o in un ristorante. Non ne potevamo più.
Con tutto l’amore per il Marocco e la sua gente che tuttora proviamo, domani lasciamo Fes senza troppi rimpianti.
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