The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

14 luglio 2011

Resistere

Nel giorno della presa della Bastiglia la parola d’ordine è resistere.
Resistere al caldo imminente che sta avanzando in modo bizzarro con il terral, caldo e secco vento che soffia dal torrido interno della penisola iberica dove i 40 gradi sono di casa, che si alterna al levante, il fresco vento che a volte nel giro di pochi secondi lo sostituisce, o viceversa, modificando il clima in maniera sostanziale.
Resistere alle fatiche logistiche create dal Wanderer e dalla nostra amata vita nomade che necessariamente porta a spostarsi qua e là a seconda della convenienza, del caldo, della possibilità di parcheggio, della vicinanza al mercatino, della spese da fare, del carico e dello scarico acque varie, ecc.ecc.
Ma resistere soprattutto alla spinta psicologica di andarsene al fresco della Scandinavia anziché fermarsi caparbiamente e con persistenza (o inutile testardaggine?) in un angolo di questa città che commercialmente offre poco, e probabilmente continuerà a offrire poco, alle nostre esigenze di mercato.
Sarà la stanchezza e la pigrizia, sarà la mancanza di energia fresca per andare in altri luoghi della costa a esplorare nuove soluzioni (con tutto il travaglio logistico che ci comporterebbe: ricerca spazi di sosta adatti e vicini al luogo di mercato, ricerca di soluzioni logistiche per acqua e scarichi wc, ecc.ecc.), fatto sta che per ora restiamo a Màlaga con gli amici del paseo maritimo, il nostro nuovo impianto luce condiviso con Tony (che altrimenti dovremmo acquistare da soli), con la varia umanità del Pedregalejo, il popolare quartiere che ci ospita con i suoi ubriachi, drogati, a volte rissosi e chiassosi abitanti.

Per visualizzare le foto in dimensioni maggiori cliccare sull’immagine. Chi fosse interessato a vedere altre fotografie del viaggio ci chieda amicizia in Facebook cliccando qui : www.facebook.com/eliseo.oberti

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