Ifrane, nella sua singolarità, non ha deluso. In questa stagione è poco frequentata e sonnacchiosa ma con un suo fascino così differente da tutto il resto del Marocco. In più il circuito dei laghi, poco fuori dalla cittadina, offre paesaggi alquanto rilassanti.
Viste che le previsioni meteo che per i primi giorni della settimana prossima danno pioggia in buona parte del nord del Marocco, abbiamo deciso di non fermarci a Fes (già visitata nel viaggio precedente), per raggiungere direttamente Chefchaouen, la città azzurra che tanto ci è piaciuta la scorsa volta, e godercela, speriamo, con ancora qualche giorno di sole. Lunga, lenta e serpeggiante la strada che raggiunge i monti del Rif, attraversando le lugubri aree dove si coltiva estensivamente l’hashish, mentre loschi individui lungo tutto il percorso invitano insistentemente a fermarsi per comprare la loro merce fumosa. Addirittura ci inseguivano in auto superandoci più volte, insistendo che ci fermassimo quasi fosse strano per loro che esistesse qualcuno non interessato a fumarsi droghe leggere.
Ketama, fra tutte le cittadine dell’area, è il luogo forse più squallido e brutto che abbiamo mai incontrato in questo paese: un posto lasciato a sé stesso, probabilmente dimenticato dalle autorità e in mano ai produttori e agli spacciatori di droga. Non viene nemmeno voglia di fermarsi a fare gasolio in un posto come quello!
Abbiamo raggiunto Chefchaouen in serata abbastanza stremati dalla guida notturna su strade che già con la luce non sono facili da percorrere.
Bellissimi i paesaggi di questa parte del Marocco così verde rispetto ai deserti del sud.
Ifrane, la Svizzera del Marocco
Le cicogne popolano i tetti di Ifrane
Il rilassante circuito dei laghi nei pressi di Ifrane
Un coperta stesa ad asciugare
I verdi paesaggi del nord del Marocco
Striscia d'asfalto
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