The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

6 settembre 2014

Bergamo, Italia (con l'Australia nel cuore)


Eccomi qui di nuovo, nella città dove sono nato, nella città che un po’ amo e che un po’ odio. Sono arrivato giovedì scorso, ho dormito un paio di notti a casa di mia madre (dove non sono esattamente il benvenuto, non so perché (invece lo so, lo so…), ho recuperato moto e camper e da oggi sono tornato ufficialmente un fulltimer sentendomi di nuovo “a casa”.
Il Wanderer è in effetti l’unico luogo dove mi sento a casa, e Bergamo è una città dove torno volentieri (per gli affetti e gli amici ma  anche per qualche “radice” che, vi sembrerà strano, ho anche io), dove mi piace restare per un po’ e da dove riparto sempre molto volentieri per stare un po’ in giro per il mondo. Speriamo di poterlo fare ancora, e presto.
Molti mi chiedono perché sono ritornato dall’Australia prima “del previsto”. Un “previsto” in effetti non c’era, ma avevo un visto di tre mesi, che peraltro pensavo di rinnovare per almeno altri tre mesi, e invece sono tornato in Italia esattamente dopo due mesi scarsi. Ecco il motivo. Qualcuno di voi ricorderà che la mia partenza era legata ad un invito da parte di una vecchia conoscenza dai tempi di Londra 1993. Lei e il marito erano entrambi gravemente ammalati di cancro, lui allo stadio terminale, lei in fase di chemioterapia e radioterapia. L’accordo era quello di aiutarli come possibile in cambio di ospitalità, vitto e alloggio. Bene, lui, poveraccio, è morto una settimana fa, lei, purtroppo, l’ho trovata in condizioni mentali abbastanza precarie, diciamo così, e le organizzazioni di assistenza sociale credo dovranno presto prendersene cura. Quindi non c’erano ulteriori presupposti per fermarmi ancora. E non entro in altri particolari in questo spazio.
Pur vivendo la loro tragica situazione sono riuscito ad avere spazio per godermi le atmosfere australiane che amo di più, quelle legate allo spazio, alla natura, al clima, agli animali, all’oceano, alle città che sia pure immense offrono una forma di vivibilità a noi quasi sconosciuta.
Sono stato per la maggior parte del tempo ad Hervey Bay e dintorni, nel Queensland, ma ho passato anche 11 giorni a Sydney, alcuni giorni a Brisbane e qualche ora a Melbourne. Credo che alcuni di voi abbiano potuto apprezzare le foto che via via ho inserito in questo spazio e soprattutto in Facebook.
E questo viaggio è stato un mezzo miracolo, viste le mie alquanto precarie condizioni economiche: con l’aiuto di un amico italiano e con l’ospitalità degli amici australiani, ho trascorso questi ultimi due mesi nell’atmosfera di viaggio, di esplorazione e di avventura che ormai ho sempre più bisogno di respirare. E dal punto di vista umano è stata un’esperienza complessa e interessante a contatto con persone che avevano la morte vicino. Fa pensare a cosa è il vivere, a cosa è la vita e a come la vogliamo vivere finché siamo su questo meraviglioso pianeta.
Il tempo più passa e più è prezioso, e vi consiglio di non sprecarne nemmeno un secondo.
Adesso si torna a combattere per la sopravvivenza “italiana”, pronto a partire per qualunque angolo d’Europa (e non solo) ove mi venisse offerto un lavoro.




Hervey Bay, la festa per le balene, i colori dell'Australia che mi porto dentro



Altri link dell’autore:

Il canale in You Tube dove trovare tutti i minivideo di Gentleman Gipsy:

La pittura:

Le foto di“pop art”: curiosità, stranezze e poesia del mondo come lo vedo io:

I libri pubblicati:

2 commenti:

  1. Tempi di merda!
    Tempi di sopravvivenza, per molti. Tieni duro!
    Di sperare però non te lo scrivo ;)
    Gio il Temerario

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  2. Grazie Gio, tenere duro, combattere e anche sperare, perchè no? :-) Sto combattendo su troppi fronti e trascuro il blog anche perchè non ho molto di interessante da condividere in questo periodo. Ma verrà il giorno! Buona fortuna anche a te

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