Oggi
doveva essere una giornata di riposo dopo undici giorni ininterrotti di lavoro.
Giornate che iniziano spesso alle 6 del mattino per terminare a volte alle 21,
a volte alle 22 e anche oltre, con 2/3 ore di pause dopo pranzo e una mezzora
dedicata ad ogni pasto. Il lavoro mi piace, i luoghi sono incantevoli, mentre le
atmosfere che vi ho trovato hanno decisamente necessità di un miglioramento.
Contribuirò come e quanto potrò, come mia abitudine. Intanto è scoppiata la
bomba che prevedevo (l’organico già ridotto si riduce ulteriormente) e spero di
non restare troppo ferito dalle schegge inevitabili.
Ma
i problemi si affrontano uno per volta quando ci vengono incontro, anche se
prevenire è meglio che curare e occuparsi solo delle emergenze non è una
politica gestionale ideale per nessuna azienda, come sanno bene i miei ex colleghi
nel campo della gestione delle risorse umane.
Dicevo:
oggi doveva essere una giornata di riposo ma, prima il computer e un hard disc esterno
che fa le bizze, e poi la perdita di chiavi della moto, mi hanno fatto vivere
una piccola giornata da incubo. J
Vi
risparmio le problematiche informatiche noiose ed aride e passo alla seconda
narrazione.
Raggiunta
Antibes, ridente cittadina balneare e portuale della Costa Azzurra, l’ho
piacevolmente visitata in un bel pomeriggio assolato, con neve sulle Alpi all’orizzonte,
molta gente in spiaggia e qualche coraggioso bagnante perfino nel mare.
Tuttavia
mi sentivo stanco, affaticato e insonnolito come da molto tempo non mi
capitava. Stamane, nonostante il giorno di riposo mi avrebbe permesso di
dormire, il mio orologio biologico ormai abituato a svegliarmi prima delle 6 mi
ha fatto aprire gli occhi proprio a quell’ora, anche se il mio cervello e il
mio corpo avevano bisogno di recuperare. Lasciato il centro di Antibes mi sono
diretto verso Fort Carre, fermandomi prima nell’area del Centro Regionale della
Gioventù e degli Sport, dove una isolata e solitaria tribuna mi ha invitato a
sdraiarmi per oltre mezz’ora di riposo, quasi sonno, necessario. Al risveglio, mezzo rincitrullito, ho raggiunto in Vespa il vicino Fort Carre, parcheggiando nei pressi della
spiaggia per poi raggiungerlo a piedi. Fatte le doverose fotografie sono
tornato alla Vespa per accorgermi di non avere più in tasca le chiavi del
robusto blocca ruota e del bauletto (quelle di accensione c’erano perché inserite
da sole in altro portachiavi).
Dopo
le 16,30 è iniziato il mio piccolo personale incubo che ho cercato di
controllare alla meglio con il pensiero positivo, nella speranza vana di
ritrovare le chiavi perdute chissà come e chissà dove. Ho ripercorso così
nuovamente a piedi l’itinerario verso il Forte, cosa che mi ha richiesto un’altra
ora, scrutando il più attentamente possibile il terreno sterrato in cui
probabilmente si dovevano trovare le mie sfortunate chiavi.
Niente
da fare. I miei sforzi fisici e mentali sono stati inutili.
Verso
le 18 ho dovuto scegliere una strategia tra il cercare disperatamente aiuto (un
meccanico attrezzato che risolvesse la situazione oggettivamente complessa: il
piccolo ma robusto lucchetto è inserito in un foro del disco freno anteriore) o
il tornare in treno a Cap Ferrat, prendere le chiavi del Wanderer e raggiungere
Ventimiglia dove il mio camper si trova, con la speranza di avere le due chiavi
di scorta che ho perduto. E dopo un breve tentativo con qualche locale per
agganciare polizia o meccanici (nessuno parlava inglese, italiano o spagnolo e
il mio francese è ancora scarso), ho subito preso in considerazione la seconda
opzione. Per fortuna la stazione era abbastanza vicina e il treno in partenza
dopo solo 20 minuti, alle 18,45.
Speravo
di poter fare tutto entro oggi ma gli orari dei treni e la mancanza di taxi e
bus da Beaulieu a Cap Ferrat mi hanno obbligato a camminare un’altra mezz’ora
per raggiungere alle 20,07 la casa dove lavoro, per prendere le chiavi del
Wanderer.
Ormai
era troppo tardi per raggiungere Ventimiglia dove il camper è parcheggiato al
sicuro, in quanto l’ultimo treno che riparte da là per ritornare a Beaulieu è
alle 20,52. Niente da fare, tempo insufficiente.
Quindi
domani mi verrà concesso ancora un giorno di riposo per risolvere questo
increscioso incidente di cui mi prendo ogni responsabilità. Ma in verità la
stanchezza, una certa dose di stress subito in queste settimane, oltre all’herpes
(diminuzione del sistema immunitario) hanno probabilmente influito anche sulla
mie capacità mentali (diminuzione della concentrazione). Da qui per me è nato
questo stupido incidente che mi ha creato non pochi problemi, nella speranza
che domani si risolvano nel modo più indolore possibile.
Mi
spiace lasciare i miei due colleghi ancora da soli (so che è dura) ma purtroppo
devo risolvere questo problema: la Vespa si trova in un luogo isolato e spero
di ritrovarla intatta domani al mio ritorno… ma siamo nella civilissima
Francia, no? J
Antibes vista da Fort Carre, l'area dove ho smarrito le mie preziose chiavi...
Neve sulle Alpi all'orizzonte, e bagnanti ad Antibes il 1 Aprile
Fort Carre ad Antibes, visto dal Porto
Angolo di bellezza ad Antibes
Il Museo Picasso
Fort Carre non mi ha portato fortuna: dove sono le mie chiavi?! :-)
L'isolata e solitaria tribuna del Centro Regionale
della Gioventù e degli Sport
(dietro spunta la bandiera issata su Fort Carre)
dove stanchissimo ho riposato per svegliarmi poi
mezzo rincitrullito e perdere quindi le chiavi... :-)
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