Il santuario
di San Romedio è situato su un ripido sperone di roccia alto circa cento
metri, nello splendido scenario naturale della Valle di Non, nei pressi di
Coredo. E’ costituito da cinque piccole chiese/cappelle costruite nell’arco di
circa novecento anni fra il 1000 e il 1918 a ridosso di una ripida parete di
roccia, unite tra loro dai 130 gradini di una ripida scalinata. Pare sia
visitato annualmente da circa 200.000 pellegrini.
Suggestivo
il sentiero che porta al santuario, scavato nella roccia, in alto sulle pareti
della stretta gola, una volta utilizzato come acquedotto per trasportare l’acqua
nelle zone limitrofe (vedi informazioni in una delle foto seguenti).
Romedio
visse tra il IV e il V secolo: erede di una ricca famiglia bavarese, signore di
un castello nei pressi di Innsbruck, proprietario delle saline nella valle
dell’Inn, dopo un pellegrinaggio a Roma, donò tutti i suoi beni alla chiesa,
ritirandosi in eremitaggio in alcune grotte esistenti ancora oggi nei pressi
del santuario. Si narra che un giorno, dovendo recarsi a Trento per
salutare Vigilio, allora vescovo della città, chiese a un compagno di sellargli
il cavallo: il discepolo tornò con la notizia che un orso aveva sbranato il
cavallo. Romedio non si scompose e gli ordinò di sellare l'orso, il quale – miracolo!
– docilmente si lasciò mettere la sella, conducendo poi Romedio fino a Trento.
La
storia di Bruno invece, orso non leggendario ma in carne ed ossa, presente tutt’oggi
nei pressi del Santuario (la trovate sempre scritta in una delle foto
sottostanti) è reale e fa sperare che davvero Bruno stia bene qui in questa stretta, fredda
ed umidissima valle. Anche lui, per grazia ricevuta! J Ho avuto la fortuna di vederlo da
vicino mentre un addetto gli porgeva da mangiare.
In
questo luogo innumerevoli pellegrini hanno reso grazie per le grazie (ovvio)
ricevute dal Santo miracoloso. Molti hanno lasciato testimonianze appese ai
muri, tra cui alcune foto che testimoniano auto distrutte in incidenti stradali
(persone sopravissute) e anche un elicottero precipitato (il pilota ovviamente è
sopravvissuto e ha reso grazie). Sinceramente in questi casi non saprei se
queste persone hanno ricevuto davvero una “grazia”.
Io
lo chiamerei, con tutto il rispetto, “puro culo”! J
Una
scritta lungo il percorso dice: “San Romedio è un uomo, un santo, un
pellegrino, un eremita, un migrante che si è messo al servizio di Dio, un mite
che ha testimoniato la sua fede a così tanti, da essere ricordato dopo mille
anni.”
Con
il dovuto io rispetto mi sento un anima a lui affine J nel senso di “uomo, pellegrino,
eremita (un po’ si , dai….!), e migrante (super itinerante!)”.
Ma non sono proprio sicuro che tra mille anni
qualcuno si ricorderà ancora di me…! J
Poi,
alla guida del Wanderer attraverso i paesaggi incantati intorno al Lago di
Santa Giustina, sono arrivato nella zona di Dimaro.
Domani
ho intenzione di visitare le Cascate Nardis passando per Madonna di Campiglio.
Storia completa del Santuario e
del Santo https://it.wikipedia.org/wiki/Santuario_di_San_Romedio
L'inizio del sentiero che porta al Santuario di San Romedio
La storia del sentiero scavato nella roccia
(cliccare sulla foto per ingrandirla)
In vista del Santuario dopo circa 45 minuti di sentiero
(ma ci si può arrivare anche in auto ovviamente)
La storia di Bruno, bellissimo orso bruno
ospitato presso il Santuario
(cliccare sulla foto per ingrandirla)
Il coraggioso ed esperto addetto all'alimentazione di Bruno
San Romedio, anima affine... J
Luci differenti ad orari differenti della giornata (sopra e sotto)
Luci differenti ad orari differenti della giornata (sopra e sotto)
Le grazie ricevute
La chiesa principale
Nel punto più alto, circa cento metri sopra l'ingresso!
Stretta, fredda, umida gola!
Il Lago di Santa Giustina
Cliccate sulle foto per ingrandirle ed apprezzarle maggiormente.
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