The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

24 giugno 2016

Sant’Agata: atmosfere di luce nel vecchio carcere di Bergamo

Oggi sono stato in carcere, un’esperienza che mi mancava... 
“Prima o poi ci finirai davvero…!” qualche “amico” mi potrebbe “augurare”. Può essere, ma sicuramente da innocente! J
Ricordo con affetto un aneddoto che mio padre soleva raccontare. Negli anni ’50, da giovane impiegato tecnico al suo primo lavoro, si trovò incaricato di fare una serie di rilievi nel vecchio e malmesso carcere di Sant’Agata, nel cuore della vecchia Città Alta di Bergamo. La vecchissima costruzione che risalendo nei secoli fu pure un monastero (del resto le due cose si adattano bene una all’altra…), necessitava con urgenza di un aggiustamento, visto che si trovava in condizioni vergognose da tempi immemori, e che la vita dei detenuti era priva di qualsiasi decente umanità. Camminando per i corridoi fatiscenti, il mio papà si senti tristemente apostrofare in dialetto da uno di loro “Oberti, sei qui anche tu…”, riconoscendo il malcapitato originario del suo stesso paese.
Questo ricordo non poteva che venirmi alla mente proprio questa sera, quando verso il tramonto mi sono imbattuto quasi casualmente in una mostra collettiva allestita proprio all’interno del vecchio carcere abbandonato per decenni ma ora in fase di recupero.
Le atmosfere e la luce che ho trovato mi hanno incantato e trattenuto a lungo in quelle stanze e corridoi deserti, dove si respirava una magia intrisa di sofferenza che quei muri hanno assorbito nel passato.
Interessante ed originale anche la mostra e gli scritti posti durante il percorso.
Consiglio vivamente una visita.




Sant'Agata, il vecchio carcere di Bergamo


Il cortile "ora d'aria"...


Fuori dalle sbarre, la luce...










La prigione di un uomo...



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