Oggi sono stato in carcere, un’esperienza
che mi mancava...
“Prima o poi ci finirai davvero…!” qualche “amico” mi potrebbe “augurare”.
Può essere, ma sicuramente da innocente! J
Ricordo con affetto un aneddoto che
mio padre soleva raccontare. Negli anni ’50, da giovane impiegato tecnico al suo
primo lavoro, si trovò incaricato di fare una serie di rilievi nel vecchio e
malmesso carcere di Sant’Agata, nel cuore della vecchia Città Alta di Bergamo.
La vecchissima costruzione che risalendo nei secoli fu pure un monastero (del
resto le due cose si adattano bene una all’altra…), necessitava con urgenza di
un aggiustamento, visto che si trovava in condizioni vergognose da tempi
immemori, e che la vita dei detenuti era priva di qualsiasi decente umanità. Camminando
per i corridoi fatiscenti, il mio papà si senti tristemente apostrofare in
dialetto da uno di loro “Oberti, sei qui anche tu…”, riconoscendo il
malcapitato originario del suo stesso paese.
Questo ricordo non poteva che venirmi
alla mente proprio questa sera, quando verso il tramonto mi sono imbattuto
quasi casualmente in una mostra collettiva allestita proprio all’interno del
vecchio carcere abbandonato per decenni ma ora in fase di recupero.
Le atmosfere e la luce che ho trovato
mi hanno incantato e trattenuto a lungo in quelle stanze e corridoi deserti,
dove si respirava una magia intrisa di sofferenza che quei muri hanno assorbito
nel passato.
Interessante ed originale anche la
mostra e gli scritti posti durante il percorso.
Consiglio vivamente una visita.
Sant'Agata, il vecchio carcere di Bergamo
Il cortile "ora d'aria"...
Fuori dalle sbarre, la luce...
La prigione di un uomo...
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