The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

2 gennaio 2018

Le neve e l’amore

Un ritorno sulle ciaspole (mia mamma pensa che si chiamino nespole J) e sulla neve di Foppolo dopo diverso tempo. Ho un po’ di nostalgia per gli sci ma non ho intenzione di investire troppi soldi in un’attrezzatura che userei troppo raramente per uno sport che è diventato molto costoso. Potrei noleggiarla, magari in occasione di una piacevole sciata in compagnia.
 Oggi non sono andato a cercare angoli troppo solitari, come potete notare dalle foto. La gente, in realtà non esageratamente troppa, oggi non mi ha infastidito. Avevo voglia di contatti umani (strano? J) che hanno ispirato qualche riflessione.
A proposito del titolo di questo post, avete mai pensato che la neve e l’amore hanno delle affinità? J
La neve scende “spiritualmente” e fisicamente dal cielo, bianca, pura nel suo candore, e pulita. Tuttavia camminando per la strada ognuno di noi nota che il suo aspetto cambia. Si sporca, viene rimossa, spostata, annerita dalla polvere e dall’inquinamento dell’uomo, ammucchiata disordinatamente e grossolanamente. E così rimane a lungo. Diventa per nulla affascinante, persino sgradevole. Sporca. Un qualcosa che era soffice e candido, diventa qualcosa di ghiacciato, compatto e sporco.
Così può succedere anche all’amore. Arriva, ci sfiora e ci tocca nella sua essenza più pulita e pura, candidamente piacevole e gioioso, bello da vivere e da toccare “spiritualmente” e fisicamente. Tuttavia camminando per la strada della vita molti di noi avranno notato che il suo aspetto cambia. Si sporca di elementi che gli tolgono la sua bianca purezza: il subdolo possesso, l’abbagliante gelosia, le sorde incomprensioni, la grigia abitudine, la nera noia, il lancinante tradimento, tanto da congelare quel rosso cuore di sentimento e trasformarlo nel ghiaccio dell’odio. Si, forse l’odio, il rancore, sono solo amore che si è congelato e sporcato, come la neve.
Non voglio essere solo negativo in proposito, permettetemi però di essere almeno un po’ realistico.
Tuttavia è possibile ritrovare il bianco della neve e anche quello dell’amore. Basta allontanarsi dalle strade percorse da troppi umani, dalle strade battute, sporcate e inquinate dalle azioni umane. Lontano da esse la neve è ancora là, intatta, bianca, pulita, soffice, pura, vera.
Certo, svanirà prima o poi, sciolta dal sole, perché tutto ha un inizio e tutto ha una fine. Ci sono tuttavia angoli del mondo in cui le nevi sono perenni. Ed è là, proprio in quelle regioni dell’anima e del cuore, che noi umani  romantici, forse un po’ illusi, ricerchiamo senza sosta un amore bianco che duri per sempre.
Buona fortuna a tutti noi in questa infinita ricerca. J




Bianchi paesaggi a Foppolo


Montebello, Foppolo




La dieta comincia sempre domani...


Volere volare... Vola solo chi osa farlo!



Ciaspolando



Cuccioli d'uomo che apprendono






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