The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

19 agosto 2018

Jökulhlaup, fuoco e ghiaccio che distruggono

Alla fine del 1996 la devastante eruzione di un vulcano islandese, una delle più potenti eruzione del XX secolo, scosse il sud-est dell’isola provocando un terribile jökulhlaup, ovvero l’inondazione provocata dall’eruzione di un vulcano sotto una calotta glaciale. Credo che non si possa nemmeno immaginare cosa può accadere quando un’enorme quantità di lava incandescente scioglie in poco tempo il ghiaccio di un enorme ghiacciaio. Gli eventi che portarono alla catastrofe ricordarono ancora una volta agli islandesi quanto può essere distruttiva la miscela di fuoco e ghiaccio di cui è fatto il loro paese.
La mattina del 29 settembre 1996 un terremoto di magnitudo 5.0 della scala Richter fece tremare la calotta glaciale del Vatnajökull. Il magma eruttato da un nuovo vulcano sotto il ghiacciaio, si era fatto strada sotto la crosta terrestre ed era penetrato nel ghiacciaio provocando la fuoriuscita di lava da una fenditura sotterranea della lunghezza di 4 km. Le preoccupazioni degli scienziati riguardarono il fatto che il lago subglaciale della caldera di un altro vulcano si stava riempiendo dell’acqua proveniente dal ghiacciaio sciolto dal calore dell’eruzione. Le previsioni iniziali ipotizzarono che il ghiaccio si sarebbe sollevato e il lago sarebbe uscito dagli argini riversandosi nello Skaidarasandur, la grande pianura glaciale sottostante, minacciando la Hringvegur, la strada principale dell’isola,  e i suoi ponti. Subito furono avviati lavori per la costruzione di argini nella speranza di deviare il flusso delle acque. Più di un mese dopo l’inizio dell’eruzione il ghiaccio si sollevò e il bacino si svuotò provocando un potente jökulhlaup e liberando fino a 3000 miliardi di litri d’acqua in poche ore. Le acque, che trascinavano con sé iceberg alti come edifici di tre piani, distrussero ponti lunghi centinaia di metri, costruiti con enormi strutture di acciaio. In una foto sottostante se ne vede una parte evidentemente piegata e conservata in memoria di quegli accadimenti. Durante l’eruzione enormi blocchi di ghiaccio del peso di parecchie tonnellate vennero scagliati a  grande distanza su queste sfortunate pianure. Lo stesso vulcano già nel 1934 aveva scatenato un jökulhlaup di 40.000 metri cubi d’acqua al secondo, allargando l’ampiezza del fiume fino a 9 km, devastando vaste aree di terreni agricoli e travolgendo le ultime fattorie che in seguito non furono mai più ricostruite in quella regione.
I sandar sono una regione piatta e deserta che si estende lungo la costa islandese sud-orientale, travolta da materiali argillosi, sabbia e detriti trasportati a valle dai fiumi glaciali e, in modo ancora più spettacolare, da questi famigerati jökulhlaup. Sono pianure sabbiose di origine glaciale, vaste e impressionanti. Lo Skaidarasandur è il più visibile e si estende per circa 40 km tra la calotta glaciale e la costa. Una enorme distesa di sabbie grigie e nere, spesso spazzate da forti venti e attraversate da torbidi fiumi glaciali. Quest’area un tempo era piuttosto popolosa ma fin dal 1362 l’esplosione di un vulcano sotto un ghiacciaio provocò un jökulhlaup che sconvolse completamente l’aspetto del territorio.
Da allora questa zona fu ribattezzata “terra desolata”.
Fuoco e ghiaccio, il fascino e la maledizione di questa bellissima isola.
L’itinerario di oggi ha toccato queste zone oltre che una parte del Parco Nazionale Skaftafell, il fiore all’occhiello del Parco Nazionale Vatnajokull, il bellissimo canyon Fjadrargljufur, la nerissima spiaggia Reynisfjara con le sue colonne basaltiche fino al tramonto nei dintorni di Dyrholaey.


Ghiacciai e fiumi glaciali scendono ovunque 
dall'enorme distesa del ghiacciaio principale,
il Vatnajokull


Strada da Sandfell a Skaftafell




Svartifoss, Skaftafell, Parco Nazionale di Vatnajokull sud


Fattoria di Sel, Parco nazionale di Skaftafell
sopra le vaste distese dello Skeidararsandur


I resti di un ponte d'acciaio piegato dalla forza delle inondazioni
provocate dalle eruzioni vulcaniche



La chiesetta con il tetto di torba della Fattoria a Nupsstadur





Lo spettacolare Fjadrargljufur Canyon




Hjorleifshofdi, un tempo un'isola avvolta dall'oceano


Vik



Reynisfjara, spiaggia nera e colonne basaltiche







Tramonto nei dintorni di Dyrholaey



Il faro a Dyrholaey



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