The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

18 dicembre 2020

Qatar National Day, i lati negativi delle feste di massa

E’ sempre vero: sono le nostre aspettative che ci deludono in rapporto alla realtà. Nel giorno in cui mi aspettavo di godermi una giornata particolare, riempiendomi gli occhi di immagini da riportare in fotografie, beh, è stato tutto il contrario. Vi spiego il perché: la parata, come ho già accennato nel post precedente, è stata effettuata in un’area ristretta e riservata a pochi, e non, come avevo pensato, per motivazioni di assembramento e pandemia (altrimenti sarebbe stato troppo palesemente contraddittorio il caos generale serale di cui vi parlerò tra un attimo), ma semplicemente perché è un giorno tradizionale per loro, i pochi “veri” qatarini, qatariani o qatarioti che siano, quelli che si vestono sempre con gli abiti tradizionali bianchi (gli uomini), e le loro mogli vestite (coperte e nascoste) di nero. Pare questa giornata se la vogliano tenere ben stretta senza farci entrare altre centinaia di migliaia di persone, tutti gli stranieri che qui lavorano e vivono. Quindi tutti gli altri tenuti alla larga, e al massimo ad assistere al grandioso evento davanti alla tv o alla sera sul grande schermo lunga la Corniche.

Speravo di recuperare in serata, vivendo le atmosfere dei fuochi d’artificio. Niente da fare: le uniche atmosfere che ho vissuto, recandomi appunto lungo la Corniche in buon anticipo per assistere ai fuochi in programma per le 20,30, sono quelle di una fiumana di gente ammassata (quasi tutti uomini dai 18 ai 35 anni, praticamente il mondo di lavoratori asiatici, in gran parte indiani e pakistani, ma anche filippini e africani, che lavorano e mandano avanti questa città spesso con salari mensili di 300/400 dollari), un oceano di persone che rendeva impossibile persino utilizzare il monopattino lungo la Corniche. Troppa gente per i miei gusti. Per non parlare dei chiassosi e rumorosi ingorghi lungo la strade che costeggiano la Corniche e in qualunque altro posto (le aree di Qatara Village e The Pearl ad esempio), ovviamente percorse da roboanti giganteschi Suv, enormi Pick-Up, esplosive (nel vero senso della parola visto i botti che fanno i loro motori) automobili sportive o vintage. Questo aspetto delle sfilate in strada invece ristretto ancora a loro, quelli che sono vestiti di bianco e le loro famiglie, i cui ragazzi e giovani si siedono sui tetti dei vari mezzi con le gambe all’interno del mezzo attraverso il tettuccio apribile, muniti di bandiere o quant’altro in stile spray carnevalizio possa essere utile per festeggiare. Non parliamo dell’uso dei clacson e del rumore dei motori. E per fortuna qui l’utilizzo di bevande alcooliche è proibito!

E’ impossibile non chiedersi cosa ci trovino di divertente nello stare alcune ore letteralmente bloccati nel traffico. Per darvi un’idea: esattamente le atmosfere di quando in Italia si vincono i mondiali di calcio. E proprio per questo mi rendo conto che noi diventiamo patriottico-nazionalisti solo quando vinciamo partite tirando calci a un pallone, e mai per nient’altro, men che meno per le Feste Nazionali di stampo storico-civile. Qui invece la propaganda del potere ha creato questo sentimento di forte unità nazionalistica legata al Qatar National Day, la giornata nazionale del Qatar che commemora l'unificazione del Qatar avvenuta il 18 dicembre 1878 sotto lo Sheikh Jassim bin Mohammed al-Thani, fondatore del Qatar. La giornata è denominata anche "giorno del Fondatore": in quel giorno si ritiene che Jassim bin Mohammed al-Thani abbia unificato tutte le tribù locali combattendo le forze esterne, come le forze britanniche, contribuendo inoltre a dare un certo grado di autonomia alle diverse tribù. Istituita con un decreto il 21 giugno 2007, la ricorrenza nazionale si celebra con le sopracitate parate militari, i fuochi d'artificio, le sfilate di automobili e varie iniziative nazionali celebranti il patrimonio culturale del paese.

Quindi, a fatica ho percorso tutta la Corniche a piedi, parzialmente utilizzando il monopattino in mezzo alla marea di gente, cercando un buon punto per vedere i fuochi d’artificio. Nell’area migliore, più vicina ai punti di partenza dei fuochi, situata su piccole piattaforme galleggianti nel mare, c’era già alcune ore prima dell’evento una discreta massa di persone: così che ho deciso di raggiungere il Mia Park, il parco del Museo di Arte Islamica, uno dei miei luoghi preferiti a Doha, con una bella visuale sullo Skyline della città in direzione grattacieli del distretto finanziario, un’area un po’ più lontana dai fuochi che prevedevo comunque adatta. Niente da fare: arrivatoci a fatica tra la folla asiatica praticamente solo maschile, ho scoperto che i cancelli del parco erano aperti solamente alle “famiglie” (coppie uomo-donna, coppie con figli o donne sole). Questo è un altro bell’argomento che sarebbe da trattare  diffusamente. Questo è un mondo in cui gli uomini single (solo gli uomini) sono spesso svantaggiati sotto molti aspetti, forse anche perché, come ho notato proprio stasera, qui a Doha c’è un esercito di uomini “single” che vivono in questo Paese e hanno lasciato mogli e figli nei loro Paesi d’origine (in India su tutti): forse sono troppi e intaserebbero tutto ovunque, come sulla Corniche! Preso atto decido di rinunciare: non ho alcuna voglia di rimettermi in marcia nel caos pedonale per ritornare indietro e trovarmi un posto adatto, visto che la folla è sempre più concentrata ovunque. Dal Museo di Arte Islamica quindi proseguo verso il Museo Nazionale dove c’è una fermata della metropolitana con l’intenzione magari di scendere a una fermata che mi riporti lungo la Corniche in zone adatte per vedere i fuochi.

Naturalmente il caos ha invaso anche le stazioni della Metro: solerti e agitati addetti alla sicurezza e ai controlli antiCovid (verificano che l’applicazione telefonica obbligatoria per tutti sia tassativamente verde e ti provano la temperatura), separano anche qui le “famiglie” (basta essere in coppia anche senza figli) dai poveri single sfigati, ovviamente ancora solo uomini, mettendoli su due file per accedere ai treni, dove ovviamente ci sono carrozze rigidamente separate denominate Standard (per i soliti single sfigati, quasi solo uomini), Families (per le coppie, le famiglie e le donne sole) e Gold (una specie di 1° classe). Carrozze piene, tanto che mi è passata la voglia di tornare sulla Corniche e, mentre fermata dopo fermata, finalmente la Metro si svuotava e tornava ad essere quasi deserta come è quasi sempre, decido di tornare verso casa in quanto in quelle condizioni i fuochi d’artificio sono l’ultima cosa che mi interessa.

Quando giungo a The Pearl ritrovo lo stesso caos assordante di auto che intasano le strade ma voglio provare a raggiungere, lungo i marciapiedi liberi e ciclabili, il braccio estremo sinistro dell’anello che compone quest’area. Morale: riesco a salvare questa direi non troppo bella giornata con un po’ di luci e fotografie agli angoli sofisticati di The Pearl, rimanendo poi in troppo lunga attesa dei fuochi, partiti poco prima delle 21,30 con quasi un’ora di ritardo rispetto al previsto.

Li ho visti bene? Ovviamente no, in quanto lontani e in buona parte nascosti dai grattacieli che si frappongono tra The Pearl e la Corniche.

La Giornata Nazionale del Qatar è finita e questa è stata la mia esperienza: per fortuna che è solo una volta all’anno!

Ed è la prima volta che ho visto "impazzire" gli abitanti di una città solitamente controllata e severamente mantenuta ordinata e pulita. E’ la prima volta che ho visto sporcare la città, che ho visto gettare cose per terra.

La nettezza urbana avrà abbastanza da fare stanotte e domani da queste parti: si, proprio come dopo una partita di calcio.

Pensate che se un potente locale leggerà il mio post mi troverò “espulso” da Qatar? Può darsi, ma non voglio certo rinunciare per questo a raccontare ciò che vivo e che penso. J



Ogni tanto lo lascio un po' coi suoi amici :-)



Verso la Corniche



The Pearl








In attesa dei fuochi


Altri link dell’autore:

 

Il canale in You Tube dove trovare tutti i minivideo di Gentleman Gipsy:

http://www.youtube.com/user/ilvagabondo62?feature=mhee

 

La pittura:

http://eliseooberti.blogspot.com/

 

Le foto di“pop art”: curiosità, stranezze e poesia del mondo come lo vedo io:

http://eliseoobertifotopopart.blogspot.com/

 

I libri pubblicati:

http://ilmiolibro.kataweb.it/community.asp?id=3605


 

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