The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

13 novembre 2022

Mani, il dito medio del Peloponneso

     Stamattina ho visitato il villaggio di Vathia, noto per le sue case-torri costruite su un colle che domina la campagna circostante, trovandolo in discreto abbandono. Oltre l’80% delle case è in rovina o in condizioni diroccate e le poche case che sono mantenute decenti sembrano comunque disabitate come in un villaggio fantasma. Tenuto conto che il turismo è una delle industrie più importanti per la Grecia non si capisce come mai non trovino due soldi per mantenere la bellezza di villaggi come questo, sia pure spopolati, che possono attrarre i visitatori. Si prova un profondo dispiacere nel vedere tanta incuria e tanto abbandono. Il vuoto campo di pallacanestro sopra il villaggio è il simbolo di “un gioco” che non viene fatto e che forse abbiamo perso un po’ tutti. Persino il cimitero ha un aspetto tetro e abbandonato, con addirittura tombe aperte ed ossa e teschi in vista.

     Ho proseguito verso capo Matapan, o capo Tenaro, un luogo considerato importante da migliaia di anni, camminando mezz’ora per raggiungere il faro, il punto più a sud della terraferma greca e della penisola balcanica. Di tutta la storia che per millenni è passata di qua non restano che poche pietre e qualche mosaico. Avrei voluto volare con il drone sopra questo antico lembo di terra ma il vento era troppo forte.


    Facendo il periplo della penisola di Mani (ironicamente e popolarmente detta "il dito medio"), lungo la costa est, si vedono altri villaggi con le tipiche case-torri, alcuni di essi con qualche segno di vita maggiore. 


   Nel pomeriggio sono arrivato a Mavrovouni Beach, lunga alcuni km, trovandola meravigliosamente attrezzata con docce (chiaramente fredde) e fontanelle d’acqua.   


  Tuffo in mare e doccia fredda, da brividi (ma rigenerante! 😊) e un bel tramonto per finire in bellezza la giornata! 

































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