Stamattina ho visitato il villaggio di Vathia, noto per le sue case-torri costruite su un colle che domina la campagna circostante, trovandolo in discreto abbandono. Oltre l’80% delle case è in rovina o in condizioni diroccate e le poche case che sono mantenute decenti sembrano comunque disabitate come in un villaggio fantasma. Tenuto conto che il turismo è una delle industrie più importanti per la Grecia non si capisce come mai non trovino due soldi per mantenere la bellezza di villaggi come questo, sia pure spopolati, che possono attrarre i visitatori. Si prova un profondo dispiacere nel vedere tanta incuria e tanto abbandono. Il vuoto campo di pallacanestro sopra il villaggio è il simbolo di “un gioco” che non viene fatto e che forse abbiamo perso un po’ tutti. Persino il cimitero ha un aspetto tetro e abbandonato, con addirittura tombe aperte ed ossa e teschi in vista.
Ho proseguito verso capo Matapan, o capo Tenaro, un luogo considerato importante da migliaia di anni, camminando mezz’ora per raggiungere il faro, il punto più a sud della terraferma greca e della penisola balcanica. Di tutta la storia che per millenni è passata di qua non restano che poche pietre e qualche mosaico. Avrei voluto volare con il drone sopra questo antico lembo di terra ma il vento era troppo forte.
Facendo il periplo della penisola di Mani (ironicamente e popolarmente detta "il dito medio"), lungo la costa est, si vedono altri villaggi con le tipiche case-torri, alcuni di essi con qualche segno di vita maggiore.
Nel pomeriggio sono arrivato a Mavrovouni Beach, lunga alcuni km, trovandola meravigliosamente attrezzata con docce (chiaramente fredde) e fontanelle d’acqua.
Tuffo in mare e doccia fredda, da brividi (ma rigenerante! 😊) e un bel tramonto per finire in bellezza la giornata!




























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