Negli ultimi giorni ho fatto "impazzire" i funzionari di tre comuni: quello dove risiediamo attualmente, quello in cui sono nato e quello della mia città, dove ho la maggior parte dei miei amici e familiari.
La questione è: vendendo la casa e iniziando una vita itinerante cosa si deve fare, o cosa è meglio fare, per non perdere i propri diritti civili relativi all'emissione di documenti e al rinnovo dei documenti stessi, ecc., ecc.? Quale è la soluzione migliore per non incorrere in potenziali complicazioni burocratiche? Il tema è intricato e nebuloso. Le leggi pare non siano sempre chiarissime e facilmente interpretabili come spesso succede e i pur bravi funzionari non sono sempre informati su ogni cavillo. E come potrebbero in un Paese come il nostro che come nessun altro possiede un labirinto di leggi, normative e regolamenti? La sensazione è di essere ingabbiati e imprigionati in un meccanismo che, creato per proteggerci all'interno di una società ordinata, tende troppo spesso a perseguirci o addirittura perseguitarci non appena facciamo scelte che non rientrano nei canoni più tradizionali.
Sono argomenti noiosi e non credo di particolare interesse. In sintesi lo status di "senza fissa dimora" non è mai stato un buon biglietto da visita per nessuno in quanto applicato, nella maggior parte dei casi, ai senzatetto, ai nomadi zingari non certo ben visti dalla comunità, e ai giostrai. Questa opzione prevederebbe un'iscrizione anagrafica presso il comune di nascita o presso un comune che possa essere considerato un centro d'interesse, legato appunto agli interessi personali/lavorativi o familiari. Sui documenti d'identità verrebbe messa una ipotetica o reale via del comune a caso (quindi non verrebbe posta la scritta s.f.d) e i diritti anagrafici verrebbero preservati, considerata la reperibilità presso il comune stesso o presso un'altro soggetto dove si possa eleggere il proprio domicilio / recapito.
Da verificare il tutto alla luce del prossimo censimento previsto per l'anno 2011. In poche parole il consiglio degli addetti ai lavori è stato: trovatevi la possibilità di iscrivere la vostra residenza presso un amico o un parente, è la soluzione migliore per non rischiare alcun tipo di piccole grandi complicazioni. Negli ultimi tempi abbiamo conosciuto una persona che da anni vive in un camper lavorando per tutta l'Italia, mantenendo lo status di senza fissa dimora: ci ha confermato di non avere mai avuto grandi problemi in proposito. Tuttavia, nei limite del possibile, Sara ed io (visto anche la sua condizione di cittadina extracomunitaria che non rende mai la vita più facile) cercheremo di praticare la seconda ipotesi: quella di avere una residenza regolare per non essere "perseguitati" in alcun modo dalle leggi che pare ignorino quasi del tutto le possibilità di utilizzo della nuova tecnologia (e mail, sms, telefonia cellulare) che purtroppo o per fortuna ci fa vivere nell'era della reperibilità assoluta. Questa ipotesi di residenza regolare tra l'altro è regolare fino a un certo punto: il codice civile definisce residenza il luogo di dimora abituale. Figuriamoci se così potra essere per noi nomadi gentiluomini...! :-)
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