The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

6 gennaio 2011

I colori di Palermo

Iniziato la giornata sul Wanderer con un massaggio shiatsu alle spalle e alla schiena. Cosa voglio di più? Non crediate che sia Sara a regalarmi questo piacere, (utile alla mia schiena che ha passato una vita in sella a motociclette e a cavalli), bensì una celestiale apparecchiatura-schienale vista e piaciuta alcuni mesi fa nei soliti centri commerciali. Una libidine. E quando siamo connessi alla corrente 220v come qui a Palermo, mi concedo anche trenta minuti anziché il solito quarto d’ora ogni tanto!
Poche nuvole spruzzate di rosa all’alba e tanta voglia di esplorare la città arabeggiante, normanna, spagnoleggiante, fenicia e greco-romana.
I colori, i sapori e gli odori di Palermo sono più vicini all’Africa che alla Svizzera, e non solo geograficamente. A Sara e a me piacciono molto, e ci buttiamo nei mercati con la voglia di assaporare ogni cosa. Oggi abbiamo vissuto il mercato del Capo e domattina presto torneremo a Ballarò.
Interessanti le varie piazze, le chiese, il palazzo reale e infine Monreale con la vista sulla Conca D’Oro e il Duomo. Peccato per gli alti costi richiesti per visitare chiese e monumenti, e gli orari di apertura che fanno inorridire gli stranieri.
Dovremmo gestire meglio il nostro unico patrimonio artistico: non pochi stranieri pensano “Bella l’Italia, peccato che sia degli italiani”, e qualche volta a ragione.


S. Giovanni degli Eremiti (Palermo)


Cappella Palatina (Palazzo Reale, Palermo)


Monreale

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