The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

29 gennaio 2011

Incontri: la zigana

Bloccati per qualche minuto in un parcheggio di un centro commerciale da un furgone in fase di scarico, circondati da un piccolo campo nomadi, siamo stati avvicinati da una tradizionale donna zigana che parla francese, spagnolo, italiano e chissà quali altre lingue. Naturalmente lei e il suo clan sono stati per anni anche in Italia, un paese ancor più tollerante della Francia a suo dire. Fisico arrotondato, oltre 60 anni, capelli brizzolati lunghi raccolti in una coda, lunga gonna variopinta e abbigliamento classico da zingara. Ha apprezzato il Wanderer ma il loro accampamento mostrava roulotte enormi di stile circense e di chissà quale ingente costo. Nonostante questo l’usanza di mendicare le ha imposto di chiederci “Avete qualcosa da darmi? Del cibo italiano? Parmigiano…”
Ho pensato: “Almeno proponi un baratto!” e le ho chiesto “E tu cosa hai da darci?”. Ha ignorato la domanda, notando che Sara non era italiana e mostrando di non sapere nemmeno dell’esistenza di un Paese che si chiami Nicaragua. Il furgone ha finalmente sgomberato la strada, abbiamo salutato e augurato buona fortuna.

La sera ci siamo fermati nell’enorme parcheggio vuoto di un grande centro commerciale. Poco dopo un addetto alla sicurezza ha bussato cortesemente parlandoci in francese e poi in un buon spagnolo:
“Mi dispiace, non è possibile pernottare qui. Potete fermarvi fino alle 22. C’è un parcheggio libero a 100 metri dietro quell’area di servizio. Buona permanenza!”
Gentile, premuroso e preventivo. Se invece di passare subito alle 20 avesse aspettato le 22 per informarci, sarebbe stato più scomodo.
Un esempio per tanti addetti alla sicurezza dei centri commerciali che hanno procedure e regolamenti così stranamente diversi gli uni dagli altri.
Nei parcheggi di alcuni di loro si può pernottare liberamente, in altri è meglio avvisare la sicurezza affinché lo sappiano e avvisino la ronda, in altri ancora è proibita la sosta notturna. Sarebbe curioso saperne le reali motivazioni per questa differenza di comportamento.

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