Se il Marocco visto finora è piaciuto, i paesaggi che via via incontriamo proseguendo verso l’interno sono anche superiori in maestosità.
La Valle del Dràa, le sue gole, le oasi lussureggianti, i villaggi fortificati con le torri di guardia e i mattoni di fango sono di una bellezza stupefacente. E ancor di più lo sono le persone che vi abitano, i moltissimi bimbi che si incontrano per la strada, i giovani di una razza bella e fiera.
A 95 chilometri da Agdz si arriva all’avanzoposto coloniale di Zagora, circondato dal deserto, dalle montagne e dalla rigogliosa oasi di palme e datteri, un frutto che molti venditori propongono lungo il cammino.
Con la Vespa “off-road” (ai limiti delle sue possibilità…) prima del tramonto ci siamo inerpicati fino alla cima del Jabel Zagora che si erge sull’Oued Dràa offrendo il panorama del deserto, del fiume e l’oasi, e dei villaggi circostanti sullo sfondo delle montagne più lontane.
La mitica Timbuctu nel passato era a “soli” 52 giorni di deserto da qui.
Tappeti berberi ad Agdz
Valle del Dràa
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