The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

28 febbraio 2011

La “piste” fa soffire

La piste, la strada sterrata che da Zagora percorre in parallelo la valle del Dràa, passando in mezzo a villaggi fortificati sperduti nel deserto, verdi campi nei palmeti irrigati e splendidi scorci sul fiume, arrivando fino a Tamnougalt poco prima di Agdz, ha fatto soffrire non poco la nostra coraggiosa Vespa “ali sotto i piedi off-road”…!
Non fosse altro per l’enorme difficoltà anche solo di trovare questa piste che si divide in mille rivoli di pietra e di sabbia ad ogni piccolo insediamento umano ed è circondata da una rete di piste che portano ovunque senza alcuna segnalazione o indicazione di sorta.
La mitica Vespa, così poco adatta ad essere usata fuori strada con il suo cavalletto basso e le piccole ruote, orgogliosamente ci ha portato alla disperata ricerca della piste principale, quella più facilmente praticabile che abbiamo perduto diverse volte, ritrovandoci a percorrere tratti completamente sabbiosi o altamente pietrosi. Rischiando di cadere svariate volte, bilanciandoci con le gambe aperte, a volte scendendo dalla sella per superare i punti più difficili, imprecando sulle troppo spesso scarne informazioni raccolte lungo il percorso dalla poca brava gente berbera e dai loro bimbi sempre interessati a una moneta, ad una penna o una caramella, siamo riusciti a percorrere 45 chilometri – circa la metà del tragitto che ci eravamo proposti – facendone quasi il doppio perduti qua e là ma godendo ogni secondo dei paesaggi di un Marocco forse più vero proprio perché lontano dalle strade asfaltate e dalla maggioranza dei turisti.
Con la benzina ormai agli sgoccioli siamo giunti prima a Benizouli – il villaggio più grande, e poi fino a Timasla per raggiungere quindi la strada, fare il pieno per ritornare a Zagora arrossati dal sole prima del tramonto, quando il vento si è alzato sollevando sabbia e polvere in questa regione spesso battuta dalle tempeste del deserto.
Totale dei chilometri percorsi circa 140 di cui almeno 80 fuori strada grazie all’eroismo della nostra amata Vespa, forse la prima Vespa che ha percorso la piste. La Piaggio potrebbe anche riconoscerci un piccolo premio di sponsorizzazione…! J
Una bella avventura ragazzi, non per tutti.





















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