The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

8 febbraio 2011

Moschee, vestiti colorati, tappeti, coperte e parabole

Iniziata nel 1980 e terminata nel 1983 la Moschea di Hassan II non ha molte rivali in fatto di grandiosità e ricchezza: l’anziano re Hassann è riuscito a lasciare un ricordo tangibile del suo regno. Terzo luogo di culto islamico per dimensioni nel mondo, ai piedi del minareto altro 210 metri, la moschea è in grado di ospitare al suo interno 25.000 fedeli e altri 80.000 nei cortili e nelle piazze circostanti dove ho vagato solitario prima dell’alba. Coloro che professano la fede islamica possono pregare su un pavimento in vetro riscaldato centralmente guardando l’oceano Atlantico che bagna le rocce sottostanti e percependo il calore del sole atraverso il tetto retrattile. Le eleborate decorazioni interne nella sala della preghiera fanno stare con il naso in su per parecchio tempo. Abbastanza grande da contenere al suo interno la Cattedrale di Notre-Dame o la Basilica di San Pietro. Per lavorare alla realizzazione di questa moschea venne formata una squadra di 6000 maestri artigiani che hanno scolpito con straordinaria delicatezza motivi decorativi e disegni nel legno di cedro, nel marmo e nel granito.
Questa moschea è costata oltre mezzo miliardo di dollari ma il grande afflusso di visitatori e gli 11 euro circa del biglietto di entrata (la metà per i locali) contribuiranno certo al recupero delle spese.
Le baraccopoli intorno a Casablanca urlano la propria miseria di fronte a tanto sfarzo spirituale-religioso.

Piacevole il percorso di circa 80 chilometri verzo Azemmour, una pittoresca cittadina poco turisticizzata che mostra una vita più autentica nella sua medina punteggiata da vestiti colorati stesi ovunque, tappeti, coperte e soprattutto di parabole satellitari.
Povertà e a volte miseria, ma mai senza televisione, mi raccomando… J
In serata finalmente arrivo in un campeggio, a El-Jadida dove ci fermeremo qualche giorno e dove, oltre a goderci il luogo, provvederemo alle necessità più logistiche.

La Moschea di Hassan II a Casablanca



I colori di Azemmour e le parabole


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