The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

8 marzo 2011

La Valle del Dadès

Se la Valle del Todra ha offerto paesaggi interessanti, la vicina Valle del Dadès è decisamente incantevole con i suoi villaggi, la serie di kasbah di terra rossa, le verdi oasi lungo il fiume circondate dalle montagne rocciose, i mandorli in fiore e le piantagioni di fichi che forniscono un rigoglioso sfondo alla valle.
Per quanto ci riguarda il copione si ripete: in Marocco, come in Egitto tanti anni orsono, la prima riparazione al pneumatico della Vespa non ha retto.
Fortunatamente solo di ritorno dalla Valle del Dadès, la pezza incollata dal brav’uomo della Valle del Todra, forse a causa del surriscaldamento del pneumatico, si è staccata provocando nuovamente lo sgonfiamento della ruota a circa quindici chilometri dal nostro camping di Boumalne du Dadès e dai possibili gommisti, inesistenti nella valle.
Dopo sei chilometri di camminata a piedi e alcune vane offerte da parte dei rari conducenti di passaggio (sempre dietro compenso) per caricare la Vespa sui loro mezzi più o meno adeguati, abbiamo fermato un piccolo camion. Con l’aiuto del conducente e qualche ragazzino in strada, abbiamo caricato il nostro sfortunato mezzo e noi stessi per tenerlo fermo all’aria aperta dentro il cassone esterno. Una piccola avventura che Sara ed io abbiamo affrontato con il giusto spirito.
Dobbiamo però costatare che è molto difficile trovare marocchini disponibili a offrire un aiuto disinteressato che, in una situazione come quella occorsoci, sarebbe quasi ovvio in Italia ed in molti altri paesi del mondo.
Qui vogliono sempre soldi e ne chiedono sempre troppi: saputo che il costo di un grand-taxi era di circa due euro per la moto e per noi passeggeri, nonostante la richiesta da parte delle diverse persone incontrate di circa venti euro, noi ne abbiamo offerti meno di cinque che alla fine sono stati accettati anche perché abbiamo fatto presente - con il sorriso sulla bocca - che l’ospitalità marocchina meriterebbe migliori rappresentanti.
Ci chiediamo inoltre se la religione di Maometto condivida il pensiero che il viaggiatore straniero rappresenti solo merce e denaro, e non un essere umano che a volte necessita di un aiuto disinteressato.
Come in ogni angolo del mondo, c’è troppa gente che prega e adora gli Dei comportandosi in modo poco apprezzabile con gli esseri umani.

Verso Boumalne du Dadès con lo sfondo delle nevi sull'Alto Atlante








Il camping albergo di Boumalne du Dadès








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