The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

22 marzo 2011

Le bertucce delle Cascades d’Ouzoud e la magnifica Valle di Ait Bougomez

Circa 170 chilometri a nord ovest di Marrakech il fiume Oued Ouzoud precipita per 110 metri nel canyon di Oud el-Abid in una cascata a tre salti, la più spettacolare del Marocco.
Avendo dormito in sosta libera poco prima di Khemis-Majden a poche decine di chilometri dalle cascate, le abbiamo raggiunte la mattina presto prima che vi giungessero le orde di turisti provenienti da Marrkech. Le bertucce che vivono in quei luoghi ci hanno simpaticamente accolto senza molestarci o chiederci del cibo, anche se forse lo avrebbero gradito.
Una passeggiata di due ore tra andata e ritorno, per discendere gli scalini fino alla base delle cascate, ha permesso di attendere che il sole si alzasse ed entrasse maggiormente nel canyon ad illuminare la massa d’acqua che cade per scattare qualche foto migliore.
A mezzogiorno, una mia decisione dovuta a scarse e imprecise informazioni raccolte dalla Lonely Planet, ci ha condotto verso Azizal e la stupenda Valle di Ait Bougumez, considerata come uno dei segreti meglio conservati di tutto il Marocco. E’ una regione nota con il nome di “valle felice” che fino al 2001 era bloccata in mezzo alla neve per molti mesi all’anno ed era inaccessibile se non a piedi o a dorso di mulo. Una parte di strade asfaltate ultimamente ha regalato una viabilità senza precedenti alle colline e alle montagne dell’Alto Atlante, costellate da torri in mattoni di fango e da tipici ighremt (case rinforzate da pietre) rossi con i profili delle finestre circondati da pietra bianca. Le coltivazioni terrazzate, il vento sui piccoli fazzoletti di terra coltivati ad orzo, la gente sorridente e cordiale fanno davvero apprezzare questa valle semplice e vera.
Il circuito è stato duro: la mia idea era quella di fare un percorso ad anello partendo da Azilal, passando per Ait Mhammed risalendo la valle per poi tornare a Demmate passando per Agouti. Dalle informazioni in nostro possesso non si capiva però che la strada risaliva fino ad oltre 2600 metri attraversando passi di alta montagna ancora innevati (la strada era pulita per fortuna) e procedeva in buona parte su sterrati solo qualche volta un po’ fangosi e stretti.
Dopo 180 chilometri percorsi in oltre sei ore, il Wanderer ce l’ha fatta e anche noi ma non senza qualche apprensione. Crediamo che la gente della Valle di Ait Bougumez non abbia visto molti altri camper come il nostro percorrere quelle strade… J
Giunti ad Azilal tagliando nuovamente verso Ait-Mhammed - rinunciando a raggiungere Demnate attraverso altri possibili incogniti sterrati - abbiamo concluso la dura giornata con la difficoltà a trovare un parcheggio nei pressi di un ristorante e innervositi ci siamo spinti nel buio della sera fino a Bin el-Ouidane, per pernottare e cenare in un piccolo camping ai bordi del fiume vicino al lago formato da una diga.
Oggi abbiamo vissuto un’avventura forse un pizzico avventata ma solo così siamo riusciti a vedere un angolo meraviglioso di questo paese.

Le Cascades d'Ouzoud






La Valle di Ait Bougomez





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