La scelta di fermarci per affrontare di mattina il Tizi N’Tichka - insieme al Tizi N’’Test uno dei due passi che portano a Marrakech venendo dalle oasi presahariane - è stata azzeccata. Salire fino ai 2260 metri del passo, circondati dai bei paesaggi recentemente innevati e ridiscendere verso le verdi pianure che circondano Marrakech, richiedeva tempo, libertà dalle nuvole che verso sera circondano e s’appoggiano sulle montagne, e occhi per guardarsi intorno. Lonely Planet informava inoltre che nel 2005 vari turisti rimasti bloccati sul passo hanno perso la vita all’interno della loro vettura.
Dal paesaggio lunare dell’Anti Atlante e del deserto si percorrono valli che si stringono incontrando uomini e bambini che vendono geodi dipinti con irreali tonalità di rosso, di arancio e di verde. Sono moltissimi, forse troppi coloro che offrono fossili e minerali lungo questa strada e ci si chiede se riescano tutti a portare qualche Dirahm a casa ogni sera.
Il nostro navigatore – non pienamente utilizzabile in Marocco poiché non abbiamo inserito la mappa stradale di questo paese – ci segnala comunque il percorso e altri dati come l’altitudine. Faticando con il Wanderer che guadagnava ogni metro fino ai sempre più innevati 2260 metri del Tizi N’Tichka, abbiamo apprezzato le strade sgombre di neve per poi ridiscendere verso paesaggi differenti che si ripopolavano di querce, boschetti di noci e cespugli di oleandro.
Dopo una deviazione di venti chilometri e una sbirciata alla defilata e poco nota Valle di Zat, con la sua bella gente disinteressata, amabile e sorridente, siamo arrivati a Marrakech trovando senza troppa fatica il Relais du Marrakech, il bel camping in periferia (8,50 euro al giorno) che ci ospiterà per i prossimi giorni.
Le previsioni meteo annunciavano due giorni di piogge ininterrotte e ieri sera, puntualmente, le nuvole sono arrivate.
Scendendo dal Tizi N’Tichka
La Valle di Zat
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