Di ritorno ad Agdz, percorrendo i novanta chilometri che la separano da Zagora, abbiamo apprezzato nuovamente i paesaggi offerti dalla Valle del Dràa che abbiamo imparato ad amare.
Agdz è una cittadina vivace con i portici ovunque e a due passi dal bel ksar di Tamnogault, un villaggio fortificato in mattoni e fango tra i più antichi ancora in piedi, uno dei migliori esempi dell’architettura marocchina così ricca di motivi berberi, arabi, andalusi ed ebraici che si fondono in maniera uniforme.
Alami, un abitante del villaggio che ci ha guidato attraverso il dedalo di stanze, i cortili pieni di luce, le nicchie e i lucernari, ha raccontato che nel villaggio in cui un tempo abitavano oltre cinquemila/seimila persone, oggi vivono solo dieci famiglie per un totale di circa cento persone.
La difficoltà nel trovare Tamnogault, dovuta alle non aggiornate indicazioni ricevute dalla Lonely Planet e dalla gente per strada, è stata ricompensata dal fascino di quello che è considerato il padre di tutti gli ksour del Marocco, utilizzato come set di alcuni film tra i quali Il tè nel deserto, Babel, e Prince of Persia.
Scusate se è poco.
Dintorni di Agdz, Valle del Dràa
Agdz
Tamnougault
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