Nell’attesa di ritirare i miei occhiali (non male, spero che non mi diano mal di testa…) la Vespa è volata a Tamegroute, passando per Amezrou, per arrivare alle dune di Tinfou.
Poche e piccole rispetto alle possenti dune rosa che vedremo a Merzouga e a quelle dell’Erga Chebbi che si raggiungono da M’Hamid in troppe e costose ore di fuoristrada per i nostri gusti.
Le dune di oggi hanno meritato finchè Sara ed io eravamo soli: all’arrivo di due autobus zeppi di turisti siamo scappati dopo aver ripetuto molteplici volte la shukran (no grazie) alle ripetute profferte degli uomini blu, i presunti tuareg che insistono sempre troppo con i loro cammelli.
Un avvertimento: il lato meno piacevole del Marocco è proprio la diffusa insistenza, una vera e propria invadenza verso il visitatore, la mancanza di rispetto indiretta verso chi vuole starsene in pace e farsi due passi nel deserto o in una semplice via di negozi in città. Coloro che riescono a frenare questa pessima abitudine locale e culturale credo possano addirittura lavorare anche di più, predisponendo il turista in modo positivo verso di loro. Un concetto impossibile da far entrare nella testa di certi personaggi così contaminati e rovinati dal turismo di massa.
Al fascino del deserto invece non si può restare indifferenti.
Ecco a voi un cammello! O un dromedario....?
E le dune di Tinfou
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