Dopo un giorno di nuvole e pioggia siamo usciti dal guscio protettivo del Wanderer per scoprire Chefchaouen, la nostra perla azzurra del Marocco. Ormai quasi alla fine del nostro itinerario – abbiamo in lista solo Tetouan e Tangeri come nuove ultime mete – il Marocco ci ha regalato un’incantevole cittadina del colore nostro colore preferito: il blu luminoso con le sue gradazioni di azzurro soffuso.
L’equilibrio tra i tempi moderni e l’autenticità del Marocco qui è ancora buono, nonostante il turismo di massa in buona percentuale costituito da marocchini, almeno in questi giorni. Caratterizzata da influenze marocchine e andaluse, l’antica medina presenta un suggestivo panorama di tetti di tegole rosse, edifici di colore blu, azzurro e bianco con stretti vicoli che ci hanno ricordato la nostra bellissima e bianca Ostuni in Puglia, altrettanto fotogenica.
Chefchaouen è una città piacevolissima da vivere: la gente parla spagnolo e francese, è amabile, gentile, disponibile e mai fastidiosa anche nei vicoli dei negozi o vicino ai ristoranti della piazza Uta el-Hammam dove si mangia benissimo con pochi soldi.
Insomma, Chefchaouen è una vera perla azzurra che resterà nel nostro cuore tanto che è nostra intenzione fermarci un giorno in più, godercela appieno e fare altre foto a Sara con i suoi veli Tuareg.
Sara di nuovo in panni Tuareg nell'azzurro di Chefchaouen
Il riposo dei guerrieri berberi...
Il colore di Chefchaouen
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