The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

2 aprile 2011

Un piccolo inferno

I piccoli inferni che viviamo in certi momenti servono a farci apprezzare i piccoli paradisi che incontriamo sul nostro cammino terreno?
Forse. Il nostro quasi arrivo a Melilla di ieri è stato uno di questi piccoli inferni. La burocrazia di confine come sempre uccide ogni energia positiva. Il precedentemente descritto consolato del Marocco a Milano – una vera e propria bolgia infernale – dove ci recammo per ottenere il visto di ingresso per Sara che ha passaporto nicaraguense, tra le varie cose, non ci fece nemmeno una piccola banale consulenza, non ci diede neppure il benché minimo consiglio sulla tipologia del visto d’ingresso: a entrata singola o multipla. Per farla breve, il visto di Sara prevede un solo ingresso in Marocco e quindi, una volta entrati a Melilla ( o a Ceuta) che è in territorio spagnolo (ma in pieno suolo africano) Sara non avrebbe più potuto rientrare in Marocco. La burocrazia è tanto assurda quanto rigida. Sarebbe troppo bello trovare una soluzione sul posto, anche pagando qualcosa per questa stupida modifica formale che richiede solo qualche soldo in più anche in fase di rilascio al consolato, no? Niente da fare.
Abbiamo rinunciato così a visitare Melilla con un iter lungo e penoso di passaggi burocratici, passaporti consegnati e richiesti, carta d’identità italiana, carta di soggiorno e codice fiscale (ma che cavolo servirà a loro anche lo stramaledetto codice fiscale ?!) di Sara, timbri, contro timbri sul mio passaporto che era già stato timbrato con l’uscita dal Marocco, passaggio in transenne prima del posto di frontiera spagnolo i cui funzionari ci guardavano meravigliati senza capire bene cosa stesse succedendo.
Aggiungiamo che anche in frontiera si è infastiditi da molte persone in abiti civili che offrono i moduli da compilare per avere in cambio qualche soldo.
Le parole non riescono a descrivere la profonda rabbia che si prova in certi momenti.
Lasciato alle spalle questo piccolo inferno ci siamo riportati sulle tranquille strade del Marocco, e casualmente per errore, sulla bella nuova strada litoranea - non segnata sulla nostra cartina Michelin – che corre da Nador a Al-Hoceima lungo le scogliere e le spiagge dell’azzurro Mediterraneo piacevolmente ritrovato.
Stop a Al-Hoceima in parking a pagamento lungo la scogliera prima della città che non ha attrattive se non il mare e El Penon de Alhucemas, un’isoletta dalle bianche costruzioni a  poche centinaia di metri dalla riva sulla quale, come su altri due isolotti disabitati (Isla de Mar e Isla de Tierra), sventola la bandiera spagnola. Il dominio spagnolo su El Penon risale al 1559 quando la dinastia saudita lo consegnò alla Spagna in cambio di assistenza militare. Nel 1673 l’esercito spagnolo vi stabilì una guarnigione militare tuttora presente con 60 soldati.
Nonostante la sovranità spagnola è stata contestata – e crediamo alquanto giustamente – dal Marocco fin dal 1956, anno della proclamazione dell’indipendenza, questi lembi di terra, unitamente alle città di Melilla e Ceuta, rimangono possedimenti spagnoli.
Antipatici e odiosi retaggi coloniali che permangono con motivazioni poco comprensibili, forse strategiche, economiche e commerciali.

Il Mediterraneo sulla strada per Al Hoceima


El Penon de Alhucemas, Al Hoceima



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