I figlioli prodighi sono ritornati a Màlaga: le parabole si ripetono e quasi ci sentiamo di chiedere un pizzico scusa a questa città che nel bene e nel male ci ha ospitato così a lungo e che probabilmente ci vedrà vivere, gioire, soffrire e faticare ancora per alcune settimane.
Morale della favola: l’avventura di tre giorni a Isla Canela e dintorni si è conclusa con nulla di fatto. L’attesa risposta da parte di una costituenda associazione di artigiani di Ayamonte è faticosamente giunta con i consueti ingredienti di chiusure corporative, timori, pregiudizi, esclusioni, privilegi da proteggere, poca umanità e assente generosa apertura verso l’altro, verso lo straniero, verso il nomade che giunge non invitato e richiede una disponibilità in tempi brevi perché non si può permettere di buttare prezioso tempo (e denaro) in attesa di improbabili decisioni positive.
Un bel no insomma. Vista la situazione, considerate le informazioni raccolte da alcuni venditori che hanno sottolineato cali di presenze turistiche e crisi delle vendite, non ci sembrava il caso nemmeno lontanamente di considerare la remota possibilità – ammesso ci fosse stata – dell’affitto di uno spazio nei mercatini ufficiali (1450 euro al mese a Isla Canela e ben 2300 nel centro di Ayamonte) peraltro abbandonati da alcuni di loro proprio per la difficoltà di sostenere le spese con gli incassi previsti.
L’opzione legata all’associazione che espone a Punta del Moral era interessante perché economicamente, per ora, solo simbolica ma anche là un simpatico collega - per lui avremmo potuto iniziare subito e il posto c’era ma il consiglio riunitosi la mattina seguente ha deciso diversamente - ci ha confermato insufficienti entrature.
Eccoci quindi nuovamente a Màlaga con notizie poco rassicuranti da Tony che ha avuto scarse soddisfazioni economiche in questi tre giorni di nostra assenza, riferendoci anche di un sequestro di merce effettuato dalla polizia, patito da un collega che forse esponeva troppo sfacciatamente come se fosse un vero e proprio negozio sul paseo maritimo.
Meglio restare con dimensioni più visibilmente artigianali: già l’utilizzo di tavoli e luci potrebbe essere considerato “eccessivo” e meno tollerabile rispetto al mettersi con un telo sul muro o per terra.
Costi della spedizione, travagli, imprevisti logistici e di parcheggio che ci hanno stremato ieri notte al nostro ritorno ve li risparmiamo.
Le spiagge di Isla Canela, Ayamonte (Huelva)
Il fiume Guadiana fa da confine e il ponte unisce la Spagna al Portogallo
“Chi non sa pregare, vada per questi mari:
vedrà come lo impara senza che nessuno glielo insegni”
Luoghi colombiani: in questo convento di Huelva Cristoforo Colombo si fermò a pregare prima di imbarcarsi alla scoperta di nuovi continenti.
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