The Wanderer (1885)

The Wanderer (1885)
Alla fine dell’800 in Gran Bretagna esisteva un tiro a due cavalli chiamato The Wanderer (il vagabondo, il viandante). Il dottor William Gordon Stables, un medico di origini scozzesi, commissionò la costruzione di questo veicolo ritenendo la vita itinerante all’aria aperta benefica per la salute. Su questi affascinanti veicoli da quel giorno iniziarono a viaggiare altri "gentlemen-gipsies" (gentiluomini zingari come vennero definiti a quei tempi), che diedero il via alle prime esplorazioni "plenair" grazie al loro spirito di avventura. Un sogno anche per noi che abitiamo in un mondo (oggi come ieri) limitato da fili spinati e confini, e afflitto da una burocrazia soffocante. Il mio blog e i libri che ho scritto sono dedicati a quegli uomini. Un inno di libertà, a favore dell’utopica libera circolazione degli esseri umani su questo meraviglioso pianeta.

25 novembre 2011

La pittura ispirata dai colori del Marocco

Vi presento qualche lavoro degli ultimi tempi, ispirato dagli intensi colori del Marocco, dal sole, dal cielo azzurro, dai caldi tappeti berberi, dai gatti nei souq, dai vicoli bianchi e azzurri delle medine ma soprattutto dagli stati dell’anima che vive questi paesaggi.
Per vedere i quadri in dimensioni maggiori fare clic direttamente sulle foto. Per ulteriori informazioni e per visionare altri lavori cliccare sul seguente link:

La pittura di Eliseo Oberti
http://eliseooberti.blogspot.com/

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Nel seguente link troverete inoltre una video presentazione musicale
con una panoramica dei miei lavori degli ultimi anni e non solo:


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Ho dipinto come si meritava un sasso dalla forma di cuore,
incontrato sulla spiaggia al tramonto.
Ho buttato sulla tela bianca i colori di un momento dell’anima:
mi ha parlato del centro.
Non essere al centro della scena, ma al centro degli eventi,
energeticamente centrati in se’ stessi.
Il resto seguirà.
Alla fine ho scoperto che il centro c’era già
e le due cose son diventata una.
Il centro è il cuore.


Il centro_1 (2011)
Tecnica mista su carta telata 40x30


Il centro_2 (2011)
Tecnica mista su carta telata 40x30


Il centro_3 (2011)
Tecnica mista su carta telata 40x30
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Niente da fare,
posso dipingere solo ciò che ho dentro.
La pittura per me non può essere nemmeno lontanamente
il mirabile esercizio tecnico di riprodurre la realtà.
Solo flusso psichico d’energia creativa
che pretende d’uscire come la lava di un vulcano.
I colori dei tappeti berberi
mi sono entrati così dentro e non fanno altro che uscire.


Gemelli berberi_1  (2011)
Tecnica mista su carta telata 40x30


Gemelli berberi_2  (2011)
Tecnica mistasu carta telata 40x30
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Guardiano della notte,
che gli spiriti non ruberanno il respiro ai bambini.
Poco influenzato dalla vicinanza degli umani,
non puoi costringermi a fare ciò che non voglio.
L'aspetto femminile nei sogni, l’anima e l'armonia,
il bisogno di ridefinire gli spazi vitali.
Preoccupato della mia comodità,
a soddisfarmi con quanto m’è necessario,
mangio, dormo, gioco,
cerco di fare solo ciò che m’aggrada,
delimitando e difendendo il mio territorio
pronto a passare dalla dolcezza alla crudeltà.
Accetto e gusto la vita vissuta con pienezza,
porto nei sogni il bisogno di mostrare ciò che sono,
il bisogno del "piacere", lo slancio vitale e coraggioso
per non farmi abbattere dalle difficoltà,
assaporando le novità.


Natura felina_3 (2011)
Acrilico su carta telata 40x30
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Bambini giocano al mercato
con i piedi nell’acqua che sa di pesce,
una vecchia vende patate seduta sul marciapiede,
caricatori di cellulari, antenne paraboliche e ferrivecchi
accanto ai montoni pronti per il sacrificio imminente.
Il bianco e l’azzurro di Larache entrano profondi nel cuore.


Vicolo di Larache (2011)
Acrilico su carta telata 40x30
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Sto invecchiando in Africa. Non è così male.
Vivo pienamente quando sono in continuo movimento.
Quando mi fermo, a volte alzo le braccia e mi arrendo:
che la vita faccia di me quello che vuole.
Per ciò che posso, farò tutto il possibile
per morire vivo.


Morire vivo (2011)
Tecnica mista su carta telata 40x30
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Il giallo del sole
che appare quasi ogni giorno nel suo splendore.
L’azzurro del cielo limpido e terso
come l’anima più trasparente.
I colori della terra
nelle più varie gradazioni del deserto, della sabbia e delle pietre.
Il verde delle rotonde colline coltivate.
Il blu dell’oceano e del mare che lo pervade.
L’argento vivo negli occhi dei bambini.
L’oro prezioso che si nasconde nella sua gente.
Il  Marocco è un tappeto berbero
che fa volare in mezzo ai colori.


Tappeto berbero (2011)
Tecnica mista su tela 70x50
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Per visualizzare le foto in dimensioni maggiori cliccare sull’immagine. Chi fosse interessato a vedere altre fotografie del viaggio ci chieda amicizia in Facebook cliccando qui : www.facebook.com/eliseo.oberti

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